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La protesta di Santa Margherita Belice dopo la notte in tenda: “Prima le case per 84 famiglie e poi la bellezza”

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“Adesso mantenete gli impegni, prima di costruire bellezza pensiamo a 84 famiglie di Santa Margherita Belice che non hanno ancora potuto ricostruire la prima casa ed al quartiere Genova dove mancano strade, pubblica illuminazione, marciapiedi e servono 2 milioni di euro per il progetto e 25 milioni per la realizzazione delle opere”. Lo ha detto questa mattina il presidente del consiglio comunale di Santa Margherita Belice, Francesco Ciaccio, dopo avere trascorso una notte in tenda assieme al sindaco, Franco Valenti, e ad altri amministratori del centro belicino. Priorità ai finanziamenti nei confronti di chi aspetta di costruirsi la prima casa. Questa la richiesta di Santa Margherita. “Il cinquantesimo anniversario del terremoto è forse l’ultima occasione che abbiamo per raccontare la vera storia del Belice, per evidenziare che a Santa Margherita la ricostruzione non è stata ancora completata e che esiste un intero quartiere senza opere di urbanizzazione primarie”, ha aggiunto Ciaccio.  Ieri sera, alle 21, appuntamento davanti il Cristo Redentore dove, come prima cosa, si è reso omaggio a chi in quella tragica notte perse la vita. Poi trasferimento nello spiazzo di fronte la Casa della salute, dove sono state montate le tende, e, attraverso interventi, testimonianze, poesie, sulle note della canzone scritta dal professsore Scuderi “la nustalgia di aviri nna casuzza di petra anchi nicuzza…” ricordo della notte del sisma e “rivendicazione con forza dei diritti che ancora vengono negati”.

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