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La Reliquia di Livatino in visita al carcere di Pavia, al suo cospetto anche Paolo Amico uno degli esecutori dell’ omicidio

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La Reliquia del Giudice Beato Rosario Livatino, ieri il 30 settembre 2023, ha fatto visita nella Casa Circondariale Torre Del Gallo di Pavia, in occasione della “Peregrinatio” in città.

Al momento in carcere, come riporta L’amico del Popolo, ha preso parte anche Paolo Amico, facente parte del gruppo di fuoco che assassinò il giudice Livatino sulla SS640 in Contrada Gasena il 21 settembre 1990 e per questo condannato all’ergastolo che grazie a un permesso maturato per il buon decorso trattamentale compiuto negli anni della detenzione prima a Voghera e poi a Milano Opera i destini di Livatino e Amico si sono incrociati di nuovo.

“Un’esperienza – ha detto la direttrice dell’istituto Stefania Mussio – molto toccante per tutti i partecipanti, personale, poliziotti, detenuti. La testimonianza di un uomo profondamente segnato da quel gesto, che ha fin qui trascorso oltre trent’anni di carcere, passando dal regime del 41 bis all’attuale media sicurezza. Un momento molto significativo che ha stretto tutti i presenti in un silenzioso e rispettoso raccoglimento”.

Don Gero Manganello, custode della reliquia e’ stato testimone del momento in cui Paolo Amico si è ritrovato davanti la camicia bucata dai fori dei proiettili e intrisa del sangue del giudice Rosario Livatino.

Paolo Amico ha raccontato che la sua presenza e’ stata un dovere per dare la sua testimonianza dell’errore commesso negli anni della gioventù nell’avere partecipato all’omicidio di Rosario Livatino.  

Errore  – ha riferito don Gero – che dice di essere stato dettato dall’incoscienza e dalla spavalderia di un ventenne che pensava di poter fare tutto. Lui non conosceva Rosario Livatino. Da quando si trova in carcere, attraverso lo studio e l’approfondimento si è avvicinato alla figura del Giudice e preso coscienza del suo gesto. In carcere – ha detto Amico a don Gero che vissuto il momento della visita come un pellegrinaggio penitenziale – ha iniziato un cammino di conversione sia umana che spirituale. In particolare – ci racconta – ha fatto riferimento alle parole della mamma del giudice Livatino, Rosalia Corbo, quando disse mi metto nei panni delle madri di questi ragazzi e della sofferenza che provano per i loro figli; racconta Amico ho pensato un attimo ai miei genitori e al mio gesto; ho scontato 33 anni di carcere e ancora sono in carcere, oggi, però – ha detto Amico – mi sento un uomo nuovo.”

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