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La ripresa delle celebrazioni liturgiche dal 18 maggio, l’arcivescovo Montenegro:”Niente processioni e scambi di pace e i nubendi potranno cresimarsi anche dopo le nozze”

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L’arcivescovo metropolita di Agrigento, Francesco Montenegro, ha reso note le principali misure di sicurezza da rispettare, per contenere l’epidemia di coronavirus, secondo il “protocollo” sottoscritto dal presidente del Consiglio dei Ministri, dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e dal Ministro dell’Interno, per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo che entreranno in vigore a partire dal 18 maggio prossimo.

“Dopo mesi di digiuno forzato, è una grazia poter riprendere a celebrare comunitariamente l’Eucaristia, pur nelle limitazioni che ancora questo periodo richiede e con le precauzioni da osservare con cura per rispettare le necessarie misure di sicurezza anti Covid-19”. E’ quanto afferma l’arcivescovo metropolita di Agrigento, Francesco Montenegro, che ha reso note alcune fra le misure di sicurezza più importanti per contenere l’epidemia di coronavirus, secondo il “protocollo” sottoscritto lo scorso 7 maggio. Secondo il protocollo, “da rispettare alla lettera”, così come evidenziato da Montenegro, saranno consentite le messe sia all’interno della Chiesa, sia all’aperto, rispettando sempre il distanziamento di un metro e usando i dispositivi di sicurezza quali guanti e mascherine, unitamente ai gel igienizzanti forniti all’interno della Chiesa. “Ogni parroco, amministratore parrocchiale, rettore o superiore religioso – sottolinea l’arcivescovo Montenegro – provvederà a stabilire la capienza massima e la disposizione dei posti nella propria Chiesa, contrassegnandoli con un segno identificativo e, una volta raggiunta la capienza massima, i volontari dovranno chiudere le porte della Chiesa. La distribuzione della comunione – continua Montenegro – avverrà dopo che il celebrante avrà igienizzato le mani e indossato guanti monouso e mascherina. Al termine della celebrazione liturgica la Chiesa sarà sempre igienizzata”. Per quanto concerne il rito del Battesimo – stando a quanto ha reso noto dall’arcivescovo Montenegro – questo sarà celebrato al di fuori della messa. Non ci sarà il rito per immersione, ma si preferirà l’infusione. Le Cresime, le Prime Comunioni e le Prime Confessioni sono rinviate a data da destinarsi, in base all’evolversi dell’emergenza epidemiologica. Il numero massimo dei fedeli che potranno partecipare al rito del Matrimonio, invece, dipenderà dalla capienza della Chiesa, al fine di garantire la giusta distanza interpersonale e, al termine della celebrazione, saranno vietati gli assembramenti per il tradizionale lancio del riso. I nubendi che avessero programmato la cresima in prossimità del matrimonio, la riceveranno non appena possibile, dopo la celebrazione delle nozze. Per le Esequie, invece, non ci sarà più il limite delle 15 persone, imposto dalle disposizioni precedenti e, riguardo ai fiori, sarà consentito soltanto il copricassa. Il rito si concluderà con la benedizione all’altare, evitando l’accompagnamento alla porta. Saranno, inoltre, sospese tutte le processioni e le manifestazioni esterne. “Vi saluto di cuore – conclude l’arcivescovo Montenegro – assicurandovi la mia preghiera e la mia benedizione”.

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