La Struttura per il contrasto del dissesto idrogeologico della Regione Siciliana, guidata dal presidente, Renato Schifani, ha aggiudicato i lavori per il recupero e la riapertura del viadotto Cansalamone a Sciacca, chiuso da 11 anni. Una vicenda lunga e complessa che sembrerebbe avviarsi finalmente verso la conclusione.
Costruito alla fine degli anni Sessanta, il ponte ha subito negli anni un progressivo degrado, aggravato dal fatto che gli interventi realizzati nel 1999 non riuscirono a risolvere le criticità. La chiusura al transito, ormai dal 2014, ha costretto i residenti dei quartieri San Marco, Foggia e Carbone a un lungo e disagevole percorso alternativo attraverso Perriera, con ricadute su mobilità, commercio e collegamenti.
Secondo quanto spiegato questa mattina a Sciacca da Sergio Tumminello, direttore della Struttura, i lavori – dal valore di circa 6 milioni di euro finanziati con fondi di coesione per complessivi 8 milioni – prevedono il recupero di pile, spalla, impalcato e l’adeguamento delle barriere di sicurezza secondo le normative attuali. “L’obiettivo è non solo rispettare i tempi contrattuali di 18 mesi, ma anche provare ad anticiparli – afferma Tumminello – e stiamo valutando doppi turni e un turno serale per accelerare la consegna, perché si tratta di un’opera strategica per la viabilità di Sciacca e del suo hinterland”.
Sul fronte politico–amministrativo, il sindaco di Sciacca, Fabio Termine, definisce il ponte “un’arteria fondamentale dal punto di vista urbanistico e turistico”, ricordando gli effetti negativi che la chiusura ha avuto su imprese e attività commerciali della zona. Il primo cittadino parla di “recupero della normalità” e inserisce l’intervento nel quadro più ampio delle infrastrutture cittadine: “Quest’opera pubblica è decisiva – sottolinea – e rientra nella stessa programmazione di finanziamento che interessa anche il rilancio del complesso termale”. Direttore per il collaudo in corso d’opera e’ l’ingegnere Salvatore Misuraca di Sciacca.



