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L’inchiesta “Artemisia” nel Trapanese, per i giudici del Riesame “Non provata l’esistenza della superloggia”

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La superloggia denunciata dai pm di Trapani ha una “dimostrazione carente” e “l’interesse per la massoneria” ha “una matrice esclusivamente elettorale”. Questa la motivazione che ha portato i giudici del Tribunale del Riesame a disporre la scarcerazione dei 27 indagati nel blitz “Artemisia”,  eseguito dai carabinieri lo scorso 21 marzo su richiesta della Procura di Trapani.

Per il Riesame “non emergono condotte di interferenza organizzate e pianificate dal sodalizio” ma soltanto “singoli rapporti di amicizia o colleganza tra alcune persone senza che sia emerso un organigramma o una mera distinzione tra i ruoli”.

È l’indagine della Procura di Trapani in cui venne arrestato, tra gli altri, l’ex parlamentare Giovanni Lo Sciuto, accusato di aver messo su una loggia segreta che attraverso la concessione di false pensioni di invalidità raccoglieva voti per controllare il comune di Castelvetrano.

La motivazione emerge dal provvedimento di scarcerazione che riguarda uno degli indagati poi scarcerati: il commercialista Gaspare Magro. Secondo i giudici del Riesame non è provata l’esistenza di “un comune progetto associativo, atteso che le decisioni assunte da Lo Sciuto erano funzionali a soddisfare il suo esclusivo interesse ad ampliare il suo pacchetto di voti”.

Nella foto, l’ex parlamentare Lo Sciuto

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