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L’indagine della Guardia di Finanza sul notaio Palermo, il 27 dicembre al Tribunale del Riesame l’appello della Procura sul sequestro dei conti correnti

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Verrà esaminato il 27 dicembre al Tribunale del Riesame di Agrigento l’appello della Procura della Repubblica di Sciacca riguardante il sequestro preventivo dei conti correnti bancari e fondi di risparmio intestati al notaio Filippo Palermo, di 53 anni, di Menfi, indagato per una presunta truffa di poco meno di 1,8 milioni di euro. Per la Procura il sequestro disposto dal giudice Alberto Davico non andava limitato a quelli riguardanti la sua professione, ma esteso anche a tutti i suoi conti. Anche la difesa del notaio si è rivolta al Tribunale del Riesame di Agrigento che dovrà fissare un’altra udienza. Gli avvocati Giovanni Vaccaro ed Antonino Caleca sostengono che non sussistono i requisiti per il sequestro e contestano tutto l’impianto del provvedimento.  Per i legali “tutti gli atti stipulati dal notaio sono perfettamente regolari” e “la stessa Guardia di Finanza ha dato atto nell’informativa che dal 2012 al 2017 nessun cliente “ha ricevuto contestazioni da parte dell’ufficio finanziario””. Lo hanno dichiarato ieri i due penalisti aggiungendo che “la questione è di natura puramente fiscale e riguarda unicamente la posizione personale del notaio”.  Per gli inquirenti, invece, si tratterebbe di  “una truffa sistematicamente compiuta dal pubblico ufficiale a danno di numerosissimi clienti dall’anno 2012 sino al 2017” con il professionista che, a seguito delle prestazioni rese ai clienti, come la stipula di atti quali compravendite immobiliari, successioni, donazioni, emetteva la fattura indicando due voci ben distinte: la prima inerente l’onorario professionale, che sarebbe stato sempre di basso importo,  soggetta a tassazione, e la seconda, esclusa dalla base imponibile, relativa agli importi trattenuti a nome e per conto del cliente ricomprendenti le imposte da versare all’erario, tasse notarili ed eventuali ulteriori costi sostenuti.  Secondo gli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza la somma che il notaio avrebbe ricevuto dai clienti per gli adempimenti fiscali sarebbe stata superiore alle imposte (catastali, ipotecarie e di registro) che avrebbe dovuto versare al fisco.

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