Un nuovo caso di maltrattamenti su minore a Ragusa scuote la provincia iblea. Un uomo di 42 anni, di origine tunisina e residente a Ragusa, è stato raggiunto da un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico. L’uomo è gravemente indiziato di maltrattamenti nei confronti della figlia minorenne, una vicenda che ha immediatamente attivato la macchina investigativa.
Le indagini e la denuncia della giovane
A far emergere i presunti maltrattamenti sulla minore a Ragusa è stata la denuncia della stessa ragazza, che ha raccontato agli investigatori della squadra mobile di subire da tempo percosse immotivate. Oltre alla violenza fisica, la giovane ha riferito di essere stata privata del diritto all’istruzione: non le sarebbe mai stato consentito di frequentare la scuola.
Secondo quanto ricostruito, il padre l’avrebbe inoltre costretta a lavorare nelle serre e le avrebbe impedito di accedere alle cure mediche anche in caso di infortuni. Un quadro definito dagli inquirenti estremamente grave e incompatibile con qualsiasi forma di tutela della minore.
L’intervento di protezione e l’affidamento in comunità
Alla luce degli elementi raccolti, gli investigatori hanno disposto l’immediato inserimento della ragazza in una comunità protetta. La misura prevede il divieto assoluto di consegna al padre o a qualsiasi altro parente, oltre al divieto di contatti. Una scelta ritenuta necessaria per mettere definitivamente al sicuro la giovane e consentire approfondimenti sulle accuse di maltrattamenti sulla minore a Ragusa.
Il provvedimento cautelare e il braccialetto elettronico
Accogliendo la richiesta della procura, il giudice per le indagini preliminari ha applicato al 42enne il divieto di avvicinamento alla figlia, obbligandolo a mantenere una distanza minima di 500 metri da ogni luogo da lei frequentato. Contestualmente è stata disposta l’applicazione del braccialetto elettronico, che consentirà un controllo costante sugli spostamenti dell’indagato.
Una misura ritenuta proporzionata alla gravità dei fatti contestati e necessaria per garantire la piena tutela della minore.



