Cronaca / Attualità

Massimo Raso (CGIL): “Recuperare le politiche per la dignità del lavoro, nel nome di Accursio Miraglia”

“Domani, a Sciacca,  alle 11 al Cimitero ed alle 12 in Piazzetta Lazzarini, come tutti gli anni, ricorderemo Accursio Miraglia, il senso della sua battaglia e di quelle lotte per l’occupazione delle terre, per chiedere l’applicazione della Legge”. Così oggi Massimo Raso, segretario provinciale della CGIL, presente già l’altro ieri a Ciaculli insieme alla leader nazionale Susanna Camusso per la cerimonia in onore di Miraglia organizzata dall’Unci. “Continuiamo a ritenere, oltre che doveroso, importante conservare questa memoria, pagine esaltanti della storia della Sicilia che non sono spesso conosciute”, osserva Raso. Aggiungendo che eppure in quegli anni, dal 1944 al 1960, “tanti sindacalisti comunisti e socialisti caddero sotto il piombo della mafia degli agrari ed i loro delitti sono rimasti ancora impuniti”. Raso ricorda le tante vittime nella provincia di Agrigento: a Cattolica Eraclea, a Favara, a Joppolo, a Lucca Sicula, a Burgio. A Canicattì, oltre alla strage dimenticata del 21.12.1947, il Segretario della CGIL scampò ad un omicidio. “Una storia che va conosciuta, nomi di uomini e donne che vanno conosciuti e ricordati”, ragiona Raso. Aggiungendo che la CGIL sta lavorando, insieme a “Libera” e ad altre Associazioni del Territorio, al recupero di questa memoria ma anche ad agganciare questa battaglia “per il pane e la dignità” di allora, alla necessaria lotta per il lavoro, il pane e la dignità nel lavoro di oggi. “elle prossime settimane – dichiara Massimo Raso – renderemo noti i dettagli di questa operazione che sarà itinerante e toccherà quasi tutti i paesi della provincia che sono state protagoniste di questi fatti. Abbiamo bisogno – aggiunge il sindacalista – di animare una nuova “occupazione delle terre”, di far ripartire un vasto movimento che si batta contro la mafia e  per il lavoro, che non si rassegni, che non decida che, alla fine, la cosa migliore è abbandonare questa terra (cosa purtroppo scelta da un sempre maggior numero di giovani che fanno di Agrigento la “capitale dell’emigrazione”)”. La CGIL lo ha denunciato mesi fa, presentando il “focus” sulla situazione socioeconomica della Provincia, insieme a CERDFOS e ISTAT. “La nostra situazione non è come quella del 1947, ma certo non abbiamo fatto grandi passi in avanti se abbiamo ancora una partecipazione al “mercato del lavoro” (tasso di attività) che oscilla mediamente intorno al 51%, con circa 14 punti in meno rispetto al dato nazionale, e con una significativa differenza tra uomini e donne con circa 40 punti percentuali di differenza”. Il tasso di occupazione sempre nel periodo tra 2008-2016 decresce da 42,4% a 39,1% mentre il tasso di disoccupazione aumenta da 16,7% a 24,3%.  “Il settore di attività in cui riscontriamo più occupati – precisa il segretario della CGIL – è il settore dei servizi con una percentuale che oscilla tra il 47-48% degli occupati totali tra gli anni 2008 e 2016 con poco più di 84 mila posti di lavoro. Osservando le variazioni assolute 2008-2016 la provincia agrigentina perde 2.355 unità lavorative nel settore agricolo e una perdita sostanziale nel settore industriale con -7.280 posti. L’unico comparto ad andare in controtendenza è il commercio, alberghi e ristorazione con un aumento di poco oltre 6 mila unità. Analizzando più nel dettaglio il dato dell’industria emerge una sostanziale tenuta del manifatturiero, che nel periodo 2008-2016, aumenta di 741 unità, mentre un crollo si evidenzia nel comparto delle costruzioni che perdono oltre 8000 posti di lavoro passando da 15.321 unità a 7.300 unità (+del 52% di perdita rispetto al 2008). E dietro i freddi numeri, vi sono le storie che ci raccontano del sottosalario, del “lavoro nero” e di quello “grigio”, insomma davvero abbiamo bisogno di una nuova stagione di lotta “per il lavoro e per i diritti nel lavoro”, di continuare,  con maggiore incisività e forza, la battaglia di Accursio Miraglia”.

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