Cronaca / Attualità

“Nessun ostacolo alla pesca” per Alessandro Giannì, di Greenpeace, interrogato al processo nel quale è imputato per l’intervento in mare del 29 aprile 2013

Alessandro Giannì, di 55 anni, saccense, direttore delle Campagne di Greenpeace, accusato di violenza privata per l’intervento in mare dell’associazione ambientalista, il 29 aprile del 2013, contro la pesca a volante a coppia, ieri è intervenuto al processo respingendo ogni accusa e sostenendo che non è stata effettuata alcuna azione che ha causato pericolo né che è stata ostacolata l’attività di pesca. Una protesta pacifica per Greenpeace che con quell’azione protestava per “quello che sta accadendo adesso – afferma Giannì – e cioè che il comitato tecnico scientifico della commissione europea ha indicato che per tutelare la pesca delle acciughe del Canale di Sicilia bisogna mettere una quota. I due terzi della pesca sono a Sciacca su 3 mila tonnellate. Questo documento indica una quota di 1500 tonnellate e dunque vanno dimezzate le catture e le barche”. Il processo, che si svolge dinanzi al giudice monocratrico del Tribunale di Sciacca, Grazia Scaturro, riprenderà il 26 luglio con la discussione del pm, della parte civile e delle difese. 

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