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Comune di Sciacca

Non si stoppa l’ iter dell’ impianto “My Ethanol, il Comitato contro la Valenti:”Non ha fatto tutto quello che poteva”

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Archiviazione del procedimento di annullamento in autotutela della AUA 16/18 relativa all’impianto che la My Ethanol srl intende realizzare in c.da Scunchipani, a causa della mancata adesione alla proposta di annullamento da parte del Libero Consorzio di Agrigento, e quindi senza che si sia entrato nel merito delle criticità evidenziate. E’ quanto comunicano di aver appreso oggi le associazioni agricole di AGRINSIEME, Copagri, Confagricoltura e CIA, con U.C.I. e Comitato Spontaneo Agricoltori e ancora il Comitato di contrada Chiana Scunchipani, le associazioni ONLUS di Sciacca, unione dei Comitati di quartieri, Mizzica, WWF, Cittadinanzattiva, Coordinamento Associazioni CESVOP, Inter.Co.Ra., Comitato Civico Patrimonio Terme, CGIL Sciacca, UILPensionati Sciacca, l’altrasciacca e Comitato Terre Sicane.

“Conn grande rammarico – si legge in un comunicato a firma congiunta – pertanto, si prende atto che in tal modo svanisce ogni residua speranza di fare chiarezza sulla vera natura dell’impianto, sul suo impatto inquinante, sulla correttezza o meno dei procedimenti amministrativi espletati e sulle conseguenze che lo stesso potrà comporterà al territorio, alle produzioni agroalimentari locali e alle misure di sostegno al settore agricolo, tra cui il DOP, IGP e Biologico.
​L’azione del sindaco, e di quanti avrebbero dovuto tutelare il nostro territorio, si è, probabilmente, contraddistinta per inconcludenza e superficialità, verso una problematica che potrebbe compromettere l’esistenza di molte aziende agricole e lo sviluppo delle potenzialità della nostra città.

Il Sindaco di Sciacca, dopo roboanti dichiarazioni e proclami contro l’impianto, a nostro avviso, poco o nulla ha fatto, in quanto alle sterili parole mai sono seguiti fatti o atti concreti e rilevanti per l’accertamento della verità, dato che ancora oggi, a nostro sapere, si attende il parere legale sulle procedure della AUA e della PAS e ancora il supplemento di perizia tecnica sulla natura e sull’impatto inquinante dell’impianto più volte – pubblicamente – annunciati ma mai pervenuti.
È bene ricordare che le preoccupazioni della cittadinanza trovavano e trovano fondamento nella perizia della prof. Patrizia Livreri, l’unica effettuata dal Comune di Sciacca, nella quale è affermato che l’impianto ha un forte impatto ambientale negativo e che lo stesso “comprometterà seriamente la produzione

Agroalimentare (aranceti, uliveti, etc…) del territorio, sede dell’impianto stesso, che vanta ad oggi un prezioso riconoscimento di marchio DOP” (Pag. 17), che “Non esiste alcuna prospettiva di ricaduta economica positiva. Piuttostol’impianto rappresenta un disastro ambientale in termini di turismo e per le coltivazioni di pregio del territorio di Sciacca” ( Pag. 18), nonché “le emissioni inquinanti di gas No2, prodotte sia dalla caldaia presente nell’impianto che dal traffico veicolare indotto dalle attività dell’impianto stesso, arrecherebbero un grave danno alle coltivazioni molte delle quali danno origine a prodotto a marchio DOP” (Pag. 21), ed ancora che l’impianto in questione richiede la diversa procedura della AIA comportando impatti ambientali significati (Pag. 21) e deve essere altresì sottoposto a VIA a causa dello stoccaggio di CO2 in silos all’interno di un’area adiacente alla strada statale (Pag. 19 punto 2)”.

Secondo le associazioni agricole e cittadine, il Sindaco, dopo averla promossa, non può far finta di niente, come se tale perizia non esistesse e/o non sia veritiera, sorvolando su tutte le paure e le incertezze che la relazione ha provocato in tutta la collettività, perché la realtà è che delle due l’una: o le autorizzazioni non sono corrette o ha sbagliato la prof. Patrizia Livreri, ma in ogni caso – stante gli interessi in gioco – la città avrebbe meritato una risposta chiara e certa”.

“Appare singolare – si legge nella nota – che la prof. Livreri, il cui incarico – a detta del Sindaco di Sciacca – includeva l’assistenza in tutto il procedimento, non solo non abbia contro dedotto al parere della Struttura Territoriale Ambiente del 25.10.2019 (prot. 70593/19), con il quale di fatto si contestava e negava ogni fondamento alle valutazioni contenute nella sua perizia, ma – da quanto ci risulta – non abbia più espletato alcuna attività.

Altrettanto singolare appare la storia dell’incarico legale, dapprima conferito a dicembre 2019 ad un avvocato, salvo poi scoprire solamente a marzo-aprile 2020 l’indisponibilità dello stesso e procedere con una nuova nomina, in un contesto dove ogni singolo giorno di ritardo riduceva la possibilità di verifica della compatibilità o meno, e ancora poteva avere una sua rilevanza sotto il profilo risarcitorio.
​A questo punto, è logico domandarsi a cosa sia servita la perizia della prof. Livreri e lo stesso incarico legale, con il relativo esborso economico di circa 15 mila euro, e come mai le istanze di annullamento in autotutela presentate non siano state approfondite, integrate e/o supportate con un parere legale correlato da verifiche tecniche/chimiche volte a verificare quanto sostenuto dalla prof. Livreri e a chiarire definitivamente l’impatto inquinante dell’impianto e la sua compatibilità con le produzioni agroalimentari.
​Pertanto, a nostro avviso, risulta che il Sindaco non ha affrontato la tematica con la giusta determinazione e soprattutto non ha fatto tutto quello che poteva ed era doveroso e opportuno fare per dare risposte e certezze alla collettività che rappresenta. Per questo, con il senno di poi, senza entrare nelle questioni di natura politica, alla luce dei fatti, probabilmente sarebbe stato meglio l’approvazione della mozione di sfiducia e che l’intera problematica fosse stata affrontata e sviscerata da un commissario.
​Ad ogni modo, le scriventi OO. Agricole e le Associazioni tengono a precisare di aver fatto tutto quello che era nelle loro possibilità a tutela del mondo agricolo, del territorio e delle coltivazioni di pregio circostanti, presentando istanze di annullamento in autotutela della PAS e delle AUA, e a questo punto non rimane che sperare che quanto temuto per alcuni aspetti, forse poco chiari, non corrisponda al vero e che l’impianto che la My Ethanol srl intende realizzare non pregiudichi lo sviluppo delle potenzialità del territorio e sia compatibile con l’ambiente e con le coltivazioni agroalimentari circostanti.
​Diversamente, ciascuno – per quanto di propria competenza – dovrà assumersi le proprie responsabilità, sia di tipo economico per gli eventuali danni alle produzioni agroalimentari locali, che di tipo politico e morale per aver eventualmente contribuito, direttamente o indirettamente, a determinare un danno alla nostra agricoltura e più in generale alla nostra città”

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