Bologna, 17/10/2015. Azienda Ospedaliera S. Orsola-Malpighi Bologna. Menù vegetariano per i pazienti preparato Sauro Ricci e Fabrizio Marino, collaboratori di Pietro Leemann chef e titolare del ristorante Jota, con i cuochi e il personale dell’Azienda. Lasagna golosa: Lasagna di farro al ragù di funghi e timo; Passato alla Toscana: Passato di fagioli cannellini, verdure autunnali al miso e olio extra vergine; Carpaccio della Salute: Carpaccio bicolore di zucca e barbabietola marinate con aceto balsamico, nocciole tostate, scaglie di parmigiano/grana e erba cipollina; Il Bosco in città: Bavarese di Kefir profumata al limone con composta di mirtilli e crumble. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini
I rappresentanti sindacali Filcams Cgil Fisascat Cisl Uil Tucs S. Mangione A. Bellomo/F.Castronovo M.Mazzola congiuntamente ai lavoratori, contestando il comportamento dell’ASP di Agrigento, che dimostra di non avere alcuna considerazione e preoccupazione per le conseguenze sociali ed occupazionali dei lavoratori impegnati nel servizio di ristorazione presso gli ospedali della provincia di Agrigento dichiarano lo stato di agitazione chiedendo al Prefetto di Agrigento Filippo Romano, di convocare le parti in causa al fine di esperire le procedure di raffreddamento previste dalla legge 146/90.
Le sigle sindacali avevano richiesto all’Asp di Agrigento, tramite il commissario straordinario Mario Zappia, un incontro finalizzato a trovare soluzioni di salvaguardia occupazionale per i lavoratori impiegati nell’appalto dei servizi di ristorazione presso gli ospedali della provincia di Agrigento. Questa richiesta di incontro, riferiscono i lavoratori, è rimasta senza alcuna risposta, lasciando i lavoratori nella assoluta incertezza per il loro futuro.
“Le ulteriori precisazioni – scrivono – da parte di ASP sul bando di gara avvalorano le preoccupazioni già esposte, si legge, infatti, un servizio rivoluzionato in peggio, con la chiusura delle cucine ospedaliere che già al tempo della pandemia hanno subito parziali chiusure con un arresto delle funzionalità delle stesse, che ha prodotto come risultato l’utilizzo di ammortizzatori sociali da parte della società che gestisce l’appalto, ponendo anche in questo caso i lavoratori ad una perdita importante di salario”.