Conferenza stampa questo pomeriggio alla Procura di Agrigento sull’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, consumato ieri a Favara e per il quale ieri e’ stato arrestato Adriano Vetro, 47 anni, collaboratore scolastico.
Il magistrato Salvatore Vella a capo della Procura di Agrigento che ieri insieme alla collega, il sostituto procuratore Eliana Manno, ha interrogato l’uomo fermato poco dopo l’assassinio nella sua casa di campagna, ha ribadito che Vetro ha più volte indicato che le ragioni dell’omicidio sono da addebitare al diniego dello specialista del rilascio di un certificato per il rinnovo della patente. Nessuna lite prima e neanche nei giorni prima tra il medico e il paziente che e’ uscito di casa recandosi nell’ambulatorio per uccidere il medico. Nessuno scatto d’ira. E’ stato lo stesso procuratore capo, facenti funzioni, Vella nel corso dell’incontro con la stampa a chiarirlo.
La pistola che l’indagato favarese avrebbe utilizzato per uccidere il cardiologo sessantaduenne Gaetano Alaimo è risultata essere rubata nel Catanese nel 1979. Aveva delle munizioni nel caricatore, ma i carabinieri hanno anche sequestrato, già nel pomeriggio di ieri, anche altre decine di munizioni che potevano essere utilizzate proprio per quella 7,65.
“Sembra che sia stato prederminato e studiato con cura dal Vetro – ha chiarito il procuratore Vella – . Stiamo parlando di fatti non ancora accertati naturalmente, verrà chiesta la convalida dell’arresto e l’applicazione di una misura cautelare custodia. Il procedimento poi seguirà il proprio corso”.
Per quanto riguarda l’indiscrezione riferita dal legale di Vetro che l’uomo sarebbe in cura da uno psichiatra, ecco cosa ha detto a tal proposito il procuratore capo Vella: “Non vi sono, ad oggi, elementi documentali dai quali ricavare che Vetro fosse gravato da una qualche patologia di carattere psichiatrico. Se verrà avanzato dalla difesa e documentato potrà essere oggetto di un accertamento successivo” .
Intanto, anche l’associazione siciliana della Stampa esprime solidarietà ai giornalisti e agli operatori televisivi che ieri pomeriggio, a Favara, hanno subito un’aggressione fisica e verbale mentre stavano documentando il grave fatto di cronaca.
“Massimo rispetto per il dolore dei familiari della vittima – afferma il segretario regionale Giuseppe Rizzuto – ma riteniamo assolutamente inaccettabile e ingiustificabile il comportamento violento e minaccioso di taluni soggetti nei confronti di cronisti e operatori che stavano semplicemente svolgendo il loro lavoro con compostezza e professionalità a garanzia del diritto di informazione dei cittadini”.
“Purtroppo – conclude il segretario provinciale Gero Tedesco – anche in questo caso registriamo e denunciamo con forza un intollerabile clima intimidatorio che rende sempre più difficile e pericoloso il lavoro degli operatori dell’informazione”.