Lunedì presso il presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca, verranno inaugurati il Centro di Pronta Accoglienza di Salute Mentale e il reparto di Neurologia.
L’apertura, annunciata dalla Direzione generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, rappresenta un passaggio rilevante per l’offerta sanitaria del territorio e per il rafforzamento dei servizi di un ospedale classificato come DEA di primo livello.
L’inaugurazione avverrà nei locali dell’ex Foresteria, Edificio 3, e segna un ampliamento formale dei servizi assistenziali, in particolare nell’ambito della salute mentale e delle patologie neurologiche. Tuttavia, accanto alla notizia dell’apertura, emergono con forza una serie di criticità strutturali e organizzative segnalate dal Comitato che segue da tempo le vicende del presidio saccense, il problema principale non risiede solo nella rete ospedaliera in sé, ma nelle scelte gestionali e nella mancata copertura stabile di ruoli apicali e organici fondamentali. Diverse Unità Operative Complesse risultano infatti in grave sofferenza, a partire da Medicina e Chirurgia.
La unità operativa di Chirurgia è priva da oltre trent’anni di un primario nominato tramite pubblico concorso. Dopo le dimissioni dell’ultimo direttore vincitore di concorso, Giuseppe Ferrara, le successive nomine sono avvenute per mobilità. Il concorso per la copertura del posto risulta bandito, con termini di presentazione delle domande scaduti da mesi, ma senza che si sia giunti alla nomina del vincitore. Nel frattempo, il reparto continua a operare con soli tre medici in servizio, una condizione che solleva interrogativi sulla sostenibilità dell’attività chirurgica.
Situazione analoga per la unità di Medicina, dove il posto di primario non è stato bandito in virtù della convenzione con l’Università di Palermo. Dopo l’esperienza del dottor Carroccio, conclusasi circa nove anni fa, il reparto soffre una grave carenza di personale: sei medici in servizio a fronte degli undici previsti dalla pianta organica, con uno dei dirigenti prossimi al pensionamento e con un rilevante monte ferie arretrato. I posti letto teorici sarebbero 20 più due di day hospital, ma la dotazione umana risulta largamente insufficiente.
Criticità significative riguardano anche l’Urologia, rimasta per anni di fatto affidata a un solo medico, che ne era anche direttore. Una situazione definita dagli stessi osservatori come un esempio di cattiva organizzazione di un reparto chirurgico. Attualmente l’unità è retta da un dirigente “a scavalco” dall’ospedale di Agrigento, con il supporto di qualche specializzando. In assenza di un organico adeguato, dopo le ore 20 le urgenze urologiche vengono dirottate su Agrigento.
Per l’Ortopedia, dopo anni di dotazione organica minimale, negli ultimi mesi si registra un miglioramento grazie all’arrivo di nuovi medici, tra cui il dottor Papotto con incarico biennale. Anche in questo caso, però, il concorso per la nomina del primario risulta scaduto nei termini senza che si sia proceduto agli atti successivi.
Ulteriori squilibri emergono nell’Oculistica. A Sciacca, unità operativa complessa, risultano in servizio tre medici più due specializzandi, mentre ad Agrigento, struttura semplice, operano cinque medici e cinque specializzandi. Il primario di Sciacca presta servizio prevalentemente ad Agrigento e solo due volte a settimana a Sciacca, con un evidente spostamento del volume di prestazioni a discapito del presidio saccense, che in passato registrava numeri superiori.
A queste criticità si aggiunge la persistente vacanza del posto di direttore sanitario e la necessità di rendere pienamente operativa la Stroke Unit, con personale stabilmente dedicato, soprattutto alla luce delle patologie tempo-dipendenti come ictus e infarti.
Il Comitato sottolinea come un Dea di primo livello debba essere prioritariamente dotato di risorse umane e tecnologiche adeguate nelle unità strategiche dell’emergenza-urgenza: Pronto soccorso, Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Urologia, Ostetricia e Pediatria.
La distribuzione dei posti letto e dei servizi dovrebbe basarsi su dati demografici, epidemiologici e sui reali bisogni del territorio, evitando squilibri che penalizzano alcune strutture a vantaggio di altre.
Nel documento si ribadisce infine che gli ospedali di Sciacca e Agrigento sono entrambi Dea di primo livello e, in quanto tali, dovrebbero ricevere pari attenzione.
Al sindaco di Sciacca viene rinnovato l’invito a esercitare un ruolo attivo di controllo, anche attraverso la richiesta di accesso ai dati sulle prestazioni, per garantire trasparenza e tutela del diritto alla salute dei cittadini.
L’inaugurazione del CPA e del reparto di Neurologia rappresenta dunque un segnale positivo, ma, secondo i promotori dell’analisi, rischia di restare un intervento isolato se non accompagnato da scelte strutturali e gestionali in grado di affrontare le criticità storiche dell’ospedale di Sciacca.