Il sequestro di coccodrillo avvenuto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi ha portato alla luce un nuovo caso di traffico illegale di fauna protetta. I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno scoperto nella valigia di un passeggero palermitano una testa di coccodrillo essiccata, proveniente dalla Thailandia e appartenente a una specie considerata a forte rischio di estinzione. L’intervento rientra nell’attività di vigilanza prevista dalla Convenzione di Washington (Cites), indispensabile per tutelare flora e fauna minacciate dal commercio illegale.
Durante un controllo doganale di routine, gli agenti hanno individuato la testa dell’animale all’interno di una busta di plastica che il passeggero aveva utilizzato per cercare di eludere le verifiche aeroportuali. L’esemplare, appartenente al gruppo crocodylia spp, presentava denti ben visibili e risultava completamente essiccato.
Il sequestro di coccodrillo ha comportato la denuncia a piede libero del viaggiatore, che ora rischia una sanzione compresa tra 20.000 e 200.000 euro o l’arresto da tre mesi a un anno, secondo la normativa italiana sulle specie tutelate.
Questo episodio evidenzia ancora una volta la gravità del commercio illecito di animali ed elementi derivati, un fenomeno che mette in pericolo ecosistemi già fragili. Il tema è al centro della conferenza globale Cites COP20, in corso a Samarcanda, dove rappresentanti di oltre 180 Paesi stanno lavorando per rafforzare le misure di tutela della biodiversità.
L’operazione è il risultato della collaborazione consolidata tra Guardia di Finanza e Adm, rafforzata dal protocollo d’intesa del 2023 e rinnovato il 28 maggio scorso. La cooperazione permette un monitoraggio costante negli scali aeroportuali e un contrasto sempre più efficace al traffico di fauna protetta.
Le attività di vigilanza continueranno nelle prossime settimane per garantire il rispetto delle normative nazionali e internazionali e proteggere il patrimonio naturale. Rimane fermo, per il passeggero coinvolto, il principio della presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo.