Il caso dei pignoramenti sui conti correnti dei cittadini agrigentini continua a scuotere la città. Decine di famiglie hanno segnalato in queste ore il blocco improvviso dei propri conti bancari, con somme prelevate per saldare vecchi tributi comunali risalenti anche a dieci anni fa. L’amministrazione comunale parla di un’azione dovuta e regolata dalla legge, ma la tensione resta alta.
Il sindaco, Francesco Miccichè, è intervenuto con una nota stampa per chiarire la posizione del Comune e tentare di rassicurare i cittadini. “In queste ore vengono riportate testimonianze e segnalazioni riguardo l’attivazione di pignoramento su tributi comunali non pagati che meritano rispetto e attenzione. Comprendiamo le difficoltà di molte famiglie agrigentine e siamo consapevoli che la riscossione dei tributi, quando arriva dopo anni di silenzio o di disguidi, possa rappresentare un momento difficile”, ha dichiarato il primo cittadino.
Miccichè ha spiegato che il Comune ha scelto di procedere alla riscossione diretta dei tributi non pagati, bypassando Riscossione Sicilia, “nel pieno rispetto della legge, per recuperare somme che appartengono alla collettività”. Si tratta, secondo i dati forniti dal sindaco, di circa 12 milioni di euro di mancati incassi risalenti al 2016, di cui solo un milione è stato finora recuperato.
“Per questo sono stati emessi 8.000 avvisi di pagamento, regolarmente notificati per il 95%, e solo 1.400 di questi hanno dato luogo, dopo tutte le procedure previste, all’attivazione di pignoramenti. Si tratta dunque di azioni mirate e proporzionate, non di una campagna indiscriminata”, ha precisato Miccichè.
Nonostante i numeri, le segnalazioni dei cittadini raccontano un’altra realtà. Conti congelati, stipendi e pensioni bloccati integralmente, difficoltà perfino a fare la spesa. “Nessuno deve essere lasciato solo nelle difficoltà”, ha assicurato il sindaco, annunciando che l’amministrazione sta verificando i casi più critici e che verrà richiesto alle banche “il rigoroso rispetto dei limiti di legge che tutelano stipendi, pensioni e assegni di invalidità”.
Tra le misure annunciate anche la possibilità di sospendere temporaneamente o rateizzare i pagamenti nei casi di comprovata fragilità sociale. “È importante ricordare che nessun pignoramento può colpire il ‘minimo vitale’, cioè la parte di pensione o stipendio indispensabile alla sopravvivenza”, ha ribadito Miccichè, sottolineando che “nessuna azione viene avviata senza preavviso” e che “ogni cittadino riceve prima l’avviso di accertamento e il sollecito di pagamento”.
La questione solleva interrogativi sull’opportunità e sulla tempistica di una misura così impattante, in una città dove il tasso di disoccupazione e povertà resta tra i più alti della Sicilia.
La riscossione dei tributi è senza dubbio un atto dovuto, ma le modalità con cui viene portata avanti rischiano di minare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. Se da un lato l’amministrazione invoca legalità e correttezza fiscale, dall’altro molti agrigentini chiedono un approccio più umano, basato sul dialogo e su percorsi di regolarizzazione, piuttosto che su pignoramenti improvvisi.
Il sindaco promette “fermezza ma anche umanità”. Ma per tante famiglie, il danno economico e psicologico è già fatto.



