Le segreterie territoriali di Flai Cgil e Filbi Uil hanno proclamato lo stato di agitazione del personale del Consorzio di Bonifica 3 Agrigento. La decisione arriva dopo l’assemblea del 14 novembre a Ribera, in cui i lavoratori hanno denunciato “una irregolare corresponsione delle retribuzioni” che sta creando “rilevanti difficoltà economiche per i dipendenti e per i rispettivi nuclei familiari”.
Nel comunicato sindacale si sottolinea che l’ente non ha partecipato all’incontro autoconvocato il 12 novembre e che, allo stato attuale, i dipendenti attendono ancora il pagamento delle mensilità arretrate. Informazioni interne farebbero prevedere la liquidazione degli stipendi arretrati “nel corso della prossima settimana”, ma le somme “sembrerebbero idonee a garantire esclusivamente la copertura delle mensilità arretrate, senza assicurare il pagamento delle spettanze residue fino al termine dell’anno”.
I sindacati avvisano inoltre che, da oggi, “il personale non è nelle condizioni economiche di utilizzare mezzi di trasporto propri per lo svolgimento delle attività lavorative”.
La vicenda viene seguita con grande attenzione da un ampio fronte sindacale di cui fa parte anche Giuseppe Lauro, dello Snacob.
Intanto, il Consorzio di bonifica Sicilia Occidentale ha convocato le organizzazioni sindacali per il 24 novembre a Palermo, alla presenza del commissario straordinario Baldassare Giarraputo.
In un’intervista a Risoluto.it, Franco Colletti, della Flai Cgil Agrigento, conferma la gravità della situazione. Lunedì i sindacati saranno ricevuti dal Consorzio: “Affronteremo tutta questa vicenda – dice Colletti – per capire come intendono fare fronte al pagamento degli emolumenti”.
A preoccupare ulteriormente è “un nuovo pignoramento e non sappiamo – dice Colletti – se è stato iscritto al ruolo”. Il sindacalista segnala inoltre la pubblicazione di “due decreti, uno di 900 mila e un altro di circa 500 mila euro”, e riferisce che “almeno una mensilità è certa” se la procedura regionale andrà a buon fine.
Sul perché il problema si ripresenti periodicamente, Colletti è netto: “Tutto parte dal trasferimento delle somme da parte della Regione. Il contributo oggi non riesce più a coprire le spese del personale”. Ne derivano debiti accumulati di anno in anno e “una serie di azioni giudiziarie da parte di terzi” che hanno portato ai pignoramenti.
I lavoratori, aggiunge Colletti, dopo mesi senza stipendio “non sono più in condizione neanche di mettere a disposizione il proprio mezzo” e chiedono da tempo una soluzione.



