“La Regione non può più voltarsi dall’altra parte. Il diritto alla salute dei cittadini agrigentini è a rischio e il silenzio del governo regionale è inaccettabile”. È il messaggio lanciato oggi da Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, al termine dell’incontro con il direttore generale dell’Asp di Agrigento, Giuseppe Capodieci, e con il direttore sanitario Raffaele Elia.
Al centro del confronto le gravi criticità che affliggono il servizio di radioterapia nella provincia. Attualmente, all’ospedale “San Giovanni di Dio” è operativa una sola macchina, destinata a cessare la propria attività nel 2028 per raggiunto limite tecnico. “Senza un nuovo acceleratore lineare – afferma Catanzaro – i pazienti oncologici saranno costretti a spostarsi in altre province per curarsi e aumenterebbe la mobilità passiva. È una prospettiva inaccettabile”.
Capodieci ha confermato l’attivazione del doppio turno per medici e tecnici, con rotazione giornaliera, per ridurre le liste d’attesa. Tuttavia, ha sottolineato, come già fatto in passato dai sanitari impegnati nel reparto, la necessità urgente di una seconda macchina per garantire la continuità terapeutica.
“La richiesta è stata formalizzata – afferma Catanzaro – ma la Regione tace. Perché Agrigento e Trapani non hanno ricevuto il finanziamento per un secondo acceleratore lineare? Perché nel piano triennale 2024–2026 non è previsto l’acquisto di nuove attrezzature per la radioterapia?”, ha aggiunto Catanzaro.
Secondo le stime, la disponibilità di almeno un’altra apparecchiatura con caratteristiche analoghe a quella attualmente operativa permetterebbe un potenziamento dell’offerta sanitaria, la riduzione delle liste d’attesa e della mobilità passiva dei pazienti oncologici.
Catanzaro annuncia l’intenzione di promuovere una mobilitazione popolare e istituzionale. “Auspico una forte mobilitazione istituzionale e politica dell’intera classe parlamentare agrigentina per una risposta immediata sia del Ministero della Salute che del presidente Schifani e dall’assessore alla Salute – conclude – affinchè la provincia di Agrigento, che per numero di abitanti dovrebbe avere almeno tre impianti di radioterapia, venga ascoltata. Non permetteremo che si perda un servizio fondamentale per i cittadini”.