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“Ragazzina costretta a subire atti sessuali”, condannati la madre e due menfitani

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Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Ermelinda Marfia, ha inflitto questa sera la pena di 8 anni di reclusione alla madre della ragazzina minore di 14 anni che sarebbe stata costretta a subire atti sessuali a Menfi e Gibellina.

La donna è accusata di induzione alla prostituzione e si trova in carcere. Gli altri due imputati imputati nel processo, accusati di avere compiuto atti sessuali con la ragazzina, Vito Campo, di 69 anni, e Calogero Friscia, di 25 anni, entrambi di Menfi, sono stati condannati, rispettivamente, a 6 anni e 4 anni di reclusione.  Campo è ai domiciliari e Friscia in carcere. La minore, secondo l’accusa, sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali e la madre avrebbe favorito accompagnandola nei luoghi dove si consumavano gli incontri sessuali per somme che andavano dai 30 ai 200 euro. La mamma della ragazzina è difesa dall’avvocato Antonino Sutera e Campo e Friscia dall’avvocato Calogero Lanzarone. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato e gli imputati, che hanno sempre respinto le accuse, hanno beneficiato dello sconto di un terzo della pena.

Un altro troncone di questo processo si celebra al Tribunale di Sciacca, con il rito ordinario, e imputati sono Pietro Civello, di 63 anni, di Gibellina, e Vito Sansone, di 43 anni, di Menfi.

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