Ora Lidia riposa nel cimitero di Predore, il comune dove insieme al marito Calogero Guardino si erano trasferiti piu’ di vent’anni fa lasciando Sciacca, il paese di origine di entrambi.
Lidia Liotta era la caposala della Rsa dove il virus si e’ diffuso e dove oltre a Lidia hanno trovato la morte anche alcuni anziani ospiti della struttura. L’infermiera e’ tornata a lavoro anche quando stava male per non abbandonare gli anziani dei quali si prendeva cura. Era considerata una dipendente modello e apprezzata per le doti professionali e umane.
Lidia si e’ spenta nella clinica di Ome dove e’ stata ricoverata per venti giorni dove ha lottato contro il virus che ad un certo punto sembrava averle dato tregua. Un’ischemia celebrale ha poi provocato il decesso.
E’ stata sepolta nel cimitero di Predore. Un posto era disponibile nello stesso settore dove erano gia’ stati sepolti gli anziani ospiti della struttura che erano venuti a mancare in questi giorni. Il caso ha voluto che Lidia trovasse posto proprio accanto ad una anziana ospite della struttura a cui lei era molto affezionata e che faceva parte dei racconti con cui spesso parlava delle sue “nonnine” ai familiari.
I parenti di Lidia hanno ringraziato tutti per il grande affetto dimostrato da ogni parte d’Italia per Lidia, la trentesima infermiera italiana vittima del virus. E una parte della famiglia Liotta che vive ancora a Sciacca, le ha voluto rendere omaggio con una messa in suffragio che verra’ celebrata domani, lunedì venti aprile, nella chiesa del Cappuccini alle ore 18 e che sarà possibile seguire in diretta streaming sulla pagina Facebook dei “Frati Minori Cappuccini BMV di Fatima di Sciacca”.