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Sequestro ai beni e ai conti correnti di esponenti di spicco della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta

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Prevenzione
Nel giugno del 2012, è stato tratto in arresto nel corso dell’operazione di polizia denominata “Nuova Cupola” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che ha portato alla luce l’esistenza di un vasto progetto di ristrutturazione dell’organizzazione “Cosa Nostra” agrigentina.
Allo stato, lo stesso è detenuto in carcere ed a settembre 2018 gli è stato rinnovato il regime detentivo 41 bis.
Il ruolo di assoluto rilievo e lo spessore criminale del Tarallo si rileva anche dai rapporti intrattenuti con personaggi di spicco della consorteria mafiosa quali i Ribisi di Palma di Montechiaro e Leo Sutera già reggente dell’organizzazione in ambito provinciale.
La ricostruzione economico-patrimoniale, operata dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Agrigento, ha comprovato, mediante complesse e articolate indagini patrimoniali, estese anche al suo nucleo familiare, la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali dello stesso, è stata condivisa dal Tribunale di Agrigento, che ha disposto il sequestro, in corso di esecuzione, di beni complessivamente stimanti in oltre 400.000 euro.

Il sequestro ha riguardato tre immobili,il 62,5% delle quote sociali di una S.r.l. e tredici rapporti bancari.
Anche i risultati odierni rientrano nell’alveo di un più articolato e complesso “schema operativo”, attivato su iniziativa del Comando Provinciale Agrigento e volto prioritariamente ad intervenire in maniera tempestiva, completa ed efficace sulle manifestazioni di illegalità fiscale, economico-finanziaria maggiormente pervasive del peculiare tessuto economico locale.


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