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Il sequestro di conti correnti bancari e fondi di risparmio intestati al notaio Palermo, oggi udienza al Riesame

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Il Tribunale del Riesame di Agrigento esaminerà questa mattina sia l’appello della Procura della Repubblica di Sciacca che il ricorso della difesa a proposito del sequestro preventivo dei conti correnti bancari e fondi di risparmio intestati al notaio Filippo Palermo, di Menfi, indagato per una presunta truffa, di poco meno di 1,8 milioni di euro. La procura chiede che il sequestro non sia limitato ai conti riguardanti la professione del notaio, come deciso dal gip del Tribunale di Sciacca, ma esteso ad altri. La difesa, invece, attraverso il ricorso, contesta l’intero sequestro. Per la Procura della Repubblica di Sciacca discuterà il sostituto Michele Marrone. Per la difesa del notaio gli avvocati Giovanni Vaccaro ed Antonino Caleca secondo i quali non sussistono i requisiti per il sequestro. Decideranno i giudici Francesco Provenzano, Giancarlo Caruso e Maria Alessandra Tedde. Per la Guardia di Finanza il notaio dal 2012 al 2017 in numerosi atti emetteva la fattura indicando due voci ben distinte: la prima inerente l’onorario professionale, che sarebbe stato sempre di basso importo,  soggetta a tassazione, e la seconda, esclusa dalla base imponibile, relativa agli importi trattenuti a nome e per conto del cliente ricomprendenti le imposte da versare all’erario, tasse notarili ed eventuali ulteriori costi sostenuti.  Questa seconda parte, secondo le fiamme gialle, sarebbe stata superiore alle imposte (catastali, ipotecarie e di registro) che avrebbe dovuto versare al fisco. Per i difensori di Filippo Palermo, invece, si tratta “di una questione di natura puramente fiscale e riguarda unicamente la posizione personale del notaio”.

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