15.4 C
Comune di Sciacca

Si erano opposti al ritorno in Libia, la Cassazione sancisce il “diritto a non respingimento” di due migranti

Pubblicato:

spot_img

La Corte di Cassazione ha assolto due migranti accusati di resistenza per essersi opposti al respingimento in Libia. Si tratta di un migrante proveniente dal Ghana e l’altro dal Sudan, uno dei due difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanna del foro di Sciacca.

I fatti risalgono a luglio 2018 quando i due insieme ad altri 60 migranti erano stati salvati al largo delle coste libiche dal rimorchiatore Vos Thalassa che una volta imbarcati i clandestini, ha puntato rotta verso la Libia per riportarli indietro. Ma i due stranieri erano riusciti a convincere l’equipaggio del rimorchiatore a non puntare la prua verso Sud, dove sarebbero stati consegnati alla cosiddetta guardia costiera libica, per dirigersi invece in direzione di Trapani.

La Suprema Corte ha ribaltato con la sentenza del sedici dicembre scorso, la sentenza d’appello e ha affermato la legittimità della “condotta di resistenza al pubblico ufficiale da parte del migrante che, soccorso in alto mare e facendo valere il diritto al non respingimento verso un Paese non sicuro, si opponga alla riconsegna alla Stato Libico”.

Un pronunciamento quello della Suprema Corte destinato a fare giurisprudenza con una motivazione fondata, come si legge nel dispositivo, sul codice penale italiano e corroborata dai pronunciamenti della Corte europea dei diritti dell’uomo e di tutte le Convenzioni internazionali sugli interventi di soccorso in mare ribadendo il “diritto al non respingimento” per quei migranti che in caso contrario verrebbero riportati “verso un Paese non sicuro”. Perciò giustificando l’opposizione “alla riconsegna allo Stato Libico”.

Anche il Tribunale di Trapani, in primo grado con rito abbreviato, li aveva assolti perché il fatto non costituisce reato con la scriminante della legittima difesa accogliendo la linea difensiva dell’avvocato Di Giovanna, ritenendo che i due giovani, fuggiti dall’inferno libico, avevano agito al fine di salvare sé e gli altri naufraghi dal rischio di patire nuove, gravissime lesioni dei diritti alla vita.

Poi la Corte di Appello aveva ribaltato il giudizio di primo grado, condannando i due a tre anni e sei mesi di reclusione e 52 mila euro di multa.

La Sentenza di Corte d’Appello di Palermo e’ stata impugnata in Cassazione dall’avvocato Di Giovanna e dall’avvocato Alessandro Gamberini. La Corte di Cassazione, infine ha annullato senza rinvio la sentenza di Corte d’Appello di Palermo.

Articoli correlati

Articoli Recenti