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Comune di Sciacca

Spiaggia di Capo San Marco a Sciacca invasa dalla posidonia: impossibile effettuare salvataggio in mare

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Il titolare di un noto stabilimento balneare di Capo San Marco ha lanciato l’allarme:” A San Marco stiamo vivendo una situazione assurda a causa delle alghe. Sono tante le lamentele dei turisti che non tollerano più lo stato di abbandono in cui versa la spiaggia. Molti di loro hanno anche lasciato la casa in affitto ed anche la città”. Il senatore del M5S Marinello: “Reimmettere in mare gli accumuli di alghe”.

Una situazione che di certo d’estate in una spiaggia affollata, come di quella di Capo San Marco a Sciacca, non è più tollerabile. La posidonia ha letteralmente invaso la battigia spostandosi anche oltre e il fatto più grave, come già denunciato dai titolari degli stabilimenti balneari, è che è molto difficile, se non impossibile, effettuare le operazioni di salvataggio in mare perchè il pattino non può uscire. In merito alla questione è intervenuto il sanatore pentastellato Rino Marinello che in una nota indirizzata all’assessorato regionale Territorio e Ambiente e al Comune di Sciacca propone, seguendo l’indirizzo del Ministero, di reimmettere in mare gli accumuli di alghe decretando la fine del conferimento in discarica. “Alcune associazioni ambientaliste saccensi – evidenzia Marinello nella nota – sono disposte a collaborare per rimuovere eventuali rifiuti presenti nelle banquettes. Ad oggi, gli accumuli di Posidonia spiaggiati vengono rimossi e trasferiti in discarica, ma ci sarebbero altre modalità di gestione delle biomasse: più ecologiche, meno costose e sicuramente più rispettose dello stesso habitat marino. Negli scorsi mesi, – continua il senatore – il Ministero dell’Ambiente e del Mare – Direzione Generale per i Rifiuti e l’Inquinamento, ha trasmesso una circolare a tutte le Regioni italiane, contenente le modalità di gestione degli accumuli di biomasse vegetali spiaggiate. Tra queste, appunto, è prevista, al punto 3.6., la possibilità di “re-immissione in ambiente marino”, configurandola come un’operazione di smaltimento, prevista dalla normativa comunitaria, e inserita nell’ordinamento nazionale. Il nostro dovere e quello delle Istituzioni preposte – conclude Marinello – è di individuare e mettere in pratica soluzioni a salvaguardia delle coste, dei mari, degli ecosistemi e dell’ambiente tutto, oltre che della salute delle persone”.

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