Per alcuni imputati piccole modiche della sentenza che, nella sostanza, è stata confermata in appello. E’ il processo a carico di menfitani e margheritesi per tentata estorsione scaturito dall’indagine Opuntia. La sentenza è stata emessa dalla quarta sezione della Corte di Appello di Palermo, presidente Vittorio Anania.
Il collaboratore di giustizia Vito Bucceri, di 53 anni, di Menfi, si è visto ridurre in appello la pena da un anno e 4 mesi a 8 mesi di reclusione. E’ questa la novità più significativa.
Per l’accusa avrebbero compiuto atti idonei a costringere un uomo di Castelvetrano a presentare le dimissioni da una società che operava nel settore dei carburanti rinunciando al pagamento degli stipendi arretrati e delle altre spettanze economiche derivanti dal suo rapporto di lavoro.
Per Pietro Campo, di 73 anni, di Santa Margherita Belice, confermati 2 anni e 6 mesi del giudizio di primo grado ed è elisa la pena pecuniaria.
Per Tommaso Gulotta, di 60 anni, di Menfi, confermata la pena di un anno e 4 mesi disposta in primo grado, ma con la sospensione condizionale della stessa.
Infine, per Giuseppe Alesi, di 55 anni, di Menfi, confermati un anno, 9 mesi e 10 giorni con pena sospesa che erano già stati disposti nel giudizio di primo grado.
L’avvocato Carmelo Carrara è il difensore di Pietro Campo, mentre Vito Bucceri è assistito dall’avvocato Monica Genovese. Gli avvocati Giovanni Rizzuti e Accursio Gagliano difendono Tommaso Gulotta e l’avvocato Luigi La Placa assiste Giuseppe Alesi.



