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“Uccise la figlia a Mascalucia e finse il sequestro”, per i periti è imputabile e cosciente delle proprie azioni

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Martina Patti, la ventiseienne condannata a 30 anni di reclusione per l’omicidio della figlia Elena, di quasi cinque anni, è da considerarsi “imputabile” e “in grado di partecipare coscientemente al processo”. È quanto emerge dalla perizia collegiale disposta dalla terza Corte d’Assise d’Appello di Catania e redatta dal professore Eugenio Aguglia, già ordinario di Psichiatria dell’Università di Catania e presidente della Società italiana di psichiatria e psicopatologia forense, e dal professore Roberto Catanesi, ordinario di Psicopatologia forense dell’Università “Aldo Moro” di Bari.

La relazione, depositata in vista dell’udienza del 4 novembre, esclude che la donna fosse in preda a un disturbo mentale al momento dell’uccisione della figlia, avvenuta nel giugno 2022 a Mascalucia. Patti, che aveva confessato di aver accoltellato la bambina e di averne poi occultato il corpo simulandone il rapimento, secondo i periti avrebbe agito con piena consapevolezza.

“Di sicuro l’imputata – scrivono Aguglia e Catanesi – ha mantenuto un sufficiente livello di coscienza e di consapevolezza critica delle proprie azioni immediatamente dopo l’omicidio: subito dopo si recò a casa per lavarsi e cambiarsi d’abito; a seguire telefonò alle persone significative”.

Gli esperti sottolineano inoltre che “ciò che emerge, dagli atti, in sostanza sono comportamenti coerenti, finalizzati, non espressivi neppure di disorientamento o confusione; quando ella si rese conto di avere le mani sporche di sangue e che la figlia era morta non girovagò senza meta e sporca di sangue, come sarebbe stato ragionevole se fosse stata in stato confusionale, ma si recò a casa, si cambiò, si lavò, non comunicò a nessuno l’accaduto, guidò con l’auto sino a casa dei genitori e poi fornì la sua falsa ricostruzione”.

Secondo i periti, “non ci sono elementi per ipotizzare la sussistenza di un disturbo di coscienza, anche temporaneo”, ma soltanto “una parziale amnesia dell’azione delittuosa che ha portato alla morte della piccola Elena”. Tale limitazione, concludono, “non raggiunge intensità e rilevanza tale da produrre un vizio parziale di mente”.

Il processo d’appello riprenderà il prossimo 4 novembre davanti alla Terza Corte d’Assise d’Appello di Catania.

Cristian Ruvanzeri
Cristian Ruvanzeri
Giornalista pubblicista

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