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Il Museo del Mare: “Ci servono più locali, e vogliamo il Melqart a Sciacca”

È un’autentica vertenza con l’Istituto scolastico Giovanni XXIII quella aperta oggi da Gaspare Falautano, a nome del Museo del Mare di Sciacca, quello presso cui nei giorni scorsi è stata inaugurata l’esposizione dello storico rostro, reperto della battaglia delle Egadi del 211 avanti Cristo. In una lunga lettera inviata all’amministrazione comunale, nel far notare che qualsiasi struttura museale ha bisogno di spazi adeguati, Falautano mette in risalto l’assenza di un regolamento di fruizione che disciplini l’uso della Sala Abruzzo. Ritiene anche necessaria, l’ex funzionario del comune oggi in pensione, la riconsegna, da parte della scuola evidentemente a beneficio del Museo, dei due locali antistanti l’ingresso della Chiesa dello Spasimo (in atto occupati dallo Istituto Scolastico ed adibiti a Magazzino ) in cui si accede, dall’esterno, attraverso uno dei 2 grandi portoni (perennemente chiusi) che insistono nella sommità della doppia scala di Via Vittorio Emanuele. Sale che potrebbero ospitare altri reperti, anche nella prospettiva dell’attesa restituzione di alcuni reperti a Sciacca. Falautano poi chiede alle istituzioni comunali di Sciacca di rilanciare, nell’ottica di un disegno di sviluppo turistico, il conferimento a Sciacca della statuetta fenicia del Melqart, approfittando delle norme che sanciscono il principio, in base al quale, un reperto va custodito all’interno del territorio in cui è stato rinvenuto, come accaduto con i Bronzi di Riace e con il Satiro Danzante. Una battaglia che può essere portata avanti adesso grazie alla presenza di Sebastiano Tusa sulla poltrona di assessore regionale. Occorrono altri locali, dice Falautano, anche per recuperare dalla ex Colonia Marina di Muciare (originaria sede del “ Museo del Mare e delle Attività Marinare “) da trasferire al Plesso “ Fazello “, di tutta una vasta gamma di reperti, cimeli e testimonianze  relativi alla vecchia Marina di Sciacca), recuperandoli alla musealizzazione attraverso il recupero della attualmente non documentata “ Epopea del CORALLO “ di Sciacca e del suo antico sistema di raccolta rappresentato dallo “ Ingegno e dalla Croce di Sant’Andrea “ con le annesse “ Curatelle”.

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