I dipendenti del Consorzio di Bonifica hanno convocato un’assemblea generale per domani, martedì 27 maggio, durante la quale verranno discusse le azioni da intraprendere. All’ordine del giorno, l’ipotesi concreta del blocco delle attività oltre il normale orario di servizio dopo l’indignazione esplosa per la liquidazione di un debito del Consorzio per una controversia con una ditta privata, utilizzando i fondi destinati al pagamento degli stipendi dei lavoratori.
Sulla vicenda interviene oggi con una nota l’onorevole Carmelo Pace, presidente del gruppo parlamentare della DC all’Ars.
“Da diversi mesi – dichiara Pace – i lavoratori del Consorzio di Bonifica di Agrigento non percepiscono regolarmente lo stipendio. Si tratta di centinaia di dipendenti che, con le loro famiglie, vivono una situazione di forte disagio alla quale va posto immediatamente rimedio con una soluzione rapida che restituisca loro fiducia e, soprattutto, certezze”.
Queste gravi inadempienze incidono pesantemente sulla situazione economica di famiglie spesso monoreddito alle prese con impegni legati a mutui, rette universitarie e il costo della vita sempre più alto.
I dipendenti del Consorzio di Bonifica 3 Agrigento, dopo 4 mesi di stipendio non percepito, affermano di non essere in condizione di spostarsi con i propri mezzi, anticipando i costi del carburante, per coprire distanze importanti e raggiungere il posto di lavoro.
“Chiedo agli assessori regionali all’Economia e all’Agricoltura, dei quali conosco la sensibilità – sottolinea Pace – di intervenire concretamente nel più breve tempo possibile.
Questa situazione, oltre a danneggiare pesantemente questi lavoratori, costituisce un serio problema in termini di erogazione di servizi con conseguenze negative per il territorio, gli agricoltori e tutta la comunità”.
Intanto, la Flai Cgil Agrigento, organizzazione sindacale rappresentativa delle lavoratrici e dei
lavoratori del comparto agroalimentare e agricolo,
davanti alla sede della Prefettura di Agrigento, ha instaurato un presidio nell’ambito della campagna referendaria promossa dalla Cgil a livello nazionale per la tutela del lavoro dignitoso e dei diritti di cittadinanza.
Nell’annunciare la protesta, l’organizzazione sindacale ribadisce che: “il lavoro agricolo e stagionale e’ sempre più segnato da precarietà, assenza di tutele e scarsa
sicurezza. Le forme di sfruttamento e caporalato sono presenti non solo nei campi, ma anche nelle filiere degli appalti e della logistica, dove si registra un numero crescente di infortuni gravi. Il fenomeno delle “imprese senza terra”, delle finte partite IVA, del lavoro povero e dei licenziamenti facili colpisce soprattutto le fasce più fragili e i lavoratori meno qualificati. Le disuguaglianze sociali e le difficoltà di accesso a una piena cittadinanza per molti lavoratori stranieri rendono ancor più necessaria una presa di posizione da parte delle istituzioni”.
“In questo quadro – conclude il segretario generale, Giuseppe Di Franco – chiediamo con forza il pieno rispetto e l’attuazione della Legge 199/2016, con
particolare riferimento all’insediamento delle sezioni territoriali della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, previste dalla normativa ma, ad oggi, ancora assenti o non operative in molti territori, tra cui quello agrigentino”.