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La Guardia di Finanza sequestra beni per 120 milioni di euro all’imprenditore agrigentino Lillo Romano

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Dieci aziende di cui due ditte individuali e otto società, decine di automezzi; 16 rapporti bancari e 119 immobili tra terreni e abitazioni: ammonta a 120 milioni di euro il patrimonio sequestrato dalla Guardia di Finanza nei confronti dell’imprenditore di Racalmuto Calogero Romano. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Agrigento, su proposta della Procura della Repubblica di Palermo.  Gli investigatori ritengono che il successo imprenditoriale di Romano sia scaturito dai suoi rapporti con la mafia agrigentina. In tale direzione gli inquirenti hanno preso in considerazione le dichiarazioni di Maurizio Di Gati e Ignazio Gagliardo, ex mammasantissima di Cosa nostra, oggi pentiti. Romano avrebbe fornito il calcestruzzo per la costruzione del centro commerciale “Le Vigne” di Canicattì oltre al sistematico ricorso a sovrafatturazioni delle forniture di calcestruzzo, al fine di precostituirsi ”fondi neri” necessari al sostentamento della famiglia mafiosa di Canicattì”.

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