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La lunga relazione del Cda di Aica, Cantone: “Non ci piace il ruolo di capro espiatorio”

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Una lunghissima relazione quella con la quale il presidente di Aica, Settimio Cantone si è presentato ieri all’Assemblea dei sindaci per rendicontare le attività e gli interventi realizzati dal Consiglio di Amministrazione di AICA sin dalla data del proprio insediamento nel maggio del 2023.

Prima di rimettere l’operato del Cda da lui presieduto nelle mani di chi all’unanimità lo aveva eletto due anni prima, Settimio Cantone ha definito la sua relazione, esplicitata per diversi minuti dinnanzi ai sindaci, “operazione verità”.

Cantone e’ partito dall’analisi della situazione economica finanziaria della Consortile passando per le azioni intraprese nel biennio: la diminuzione e razionalizzazione dei costi, l’incremento della capacità di riscossione per il recupero dei crediti vantati, il miglioramento degli indici legati alle performance gestionali e l’aumento delle attività di controllo.
Ha ripercorso le tappe fondamentali con i più significativi atti amministrativi posti in essere dal Cda, una relazione tecnica, ma nella quale il rappresentante del Cda di Aica non ha mancato di appuntare le sue considerazioni rispetto le ultime settimane vissute quando alcuni sindaci hanno fortemente criticato l’operato di Cantone e dei suoi collaboratori.

Proprio ai sindaci che hanno assunto posizioni più dure chiedendo l’azzeramento del management, Cantone non ha lesinato precise accuse.

“Con questa relazione – ha detto – che, se pur per sommi capi, tratteggia l’attività svolta “silenziosamente” da questo CdA, vogliamo raccontare senza alcun spirito rivendicativo ma con tanta fermezza e orgoglio l’impegno messo in campo per superare le quotidiane emergenze che hanno caratterizzato la vita di questa azienda idrica negli ultimi 2 anni.
E’ certo che il Consiglio di Amministrazione ha agito sempre alla luce del sole nell’interesse della salvaguardia dell’azienda e della gestione pubblica dell’acqua, animato solamente dall’intento di dimostrare che anche nella nostra terra è possibile gestire un così delicato servizio nella forma pubblica. Abbiamo sempre operato nell’esclusivo interesse dell’azienda ricercando le soluzioni giuste, anche lontano dal clamore mediatico, affidando semmai il nostro pensiero agli atti amministrativi posti in essere.
Non siamo dei grandi comunicatori, ma non per questo vogliamo prestarci ad essere facile bersaglio di tante critiche che in alcuni casi si sono purtroppo trasformate in insulti personali. Nessuno di noi si sente votato al sacrificio; non ci piace il ruolo di capro espiatorio per cui riteniamo inaccettabili le accuse quando queste promanano da pezzi di istituzioni che con il malcelato intento di porsi al cospetto dei propri cittadini amministrati, indossano i panni dei paladini per la difesa dei loro diritti. Questo CdA non intende più sopportare azioni del genere”.

Poi Cantone precisa rispetto alla vicenda dell’inchiesta giudiziaria sull’appalto del rifacimento della rete idrica agrigentina: “A tal riguardo – ha affermato – è opportuno chiarire onde evitare affrettate conclusioni, che se il CdA ha richiesto la convocazione dell’assemblea dei sindaci, non può e non è riferibile ai fatti di rilievo penale apparsi sulla stampa, relativi all’appalto della rete idrica di Agrigento, rispetto al quale, il CdA auspica che la Magistratura faccia il suo corso così da far piena luce sulla vicenda. In proposito è inaccettabile che una deputata al parlamento nazionale, si lasci andare ad un subdolo, quanto malizioso, accostamento del CdA alla vicenda dell’appalto della rete idrica con l’accusa di non aver “vigilato”. Un malevolo accostamento che rigettiamo con forza!! Probabilmente la deputata non sa o non conosce che il Consiglio di Amministrazione, dì cui chiede il Commissariamento, non ha competenze di natura gestionale e meno che meno gli appartiene la cosiddetta “vigilanza” sull’iter, procedure e modalità di gara svolte, in questo caso dall’Urega (organo esterno ad AICA), le cui regole sono invece rigorosamente predeterminate dalla legge nonché sottoposte a controllo e verifica degli organismi tecnici e Amministrativi preposti.
E’ interesse del CdA verificare e garantire massima trasparenza e legalità dell’appalto della rete idrica sperando che si possa dare al comune di Agrigento un’opera moderna ed efficiente che elimini totalmente le enormi perdite esistenti nell’attuale sistema di erogazione idrica”.

Infine, l’affondo ai cosiddetti “sindaci ribelli”:
“Alla stessa stregua – ha concluso – il Consiglio rigetta con fermezza i giudizi espressi recentemente sulla stampa da qualche sindaco laddove parla di AICA come “emblema di una gestione opaca” e secondo cui il cda di AICA, addirittura, “fa danni ” chiedendone la rimozione.
Accuse che riteniamo ingenerose ed immeritate alle quali abbiamo evitato di rispondere solo per garbo istituzionale e per non alimentare ulteriori sterili polemiche”.

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