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Il Riesame deposita le motivazioni del provvedimento che ha mantenuto le misure cautelari per gli indagati nell’inchiesta sui presunti atti sessuali con una tredicenne a Menfi

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Quanto ha raccontato la ragazzina è attendibile e da solo può supportare il giudizio di sussistenza della gravità indiziaria. Sono le conclusioni del Tribunale del Riesame di Palermo che ha mantenuto le misure cautelari, carcere e domiciliari, per i sei indagati, tre dei quali di Menfi, nell’inchiesta sui presunti atti sessuali su una tredicenne. Il Riesame ha depositato le motivazioni e già un avvocato ha presentato ricorso per cassazione avverso la conferma della misura cautelare.

Per i giudici del Riesame ci sono anche qualificati riscontri esterni. Gli indagati sono Pietro Civello, di 63 anni, di Gibellina, finito in carcere come la madre della minore, e Viorel Frisan, di 37, di Gibellina, ai domiciliari assieme ai menfitani Calogero Friscia, di 25 anni, Vito Sansone, di 43, e Vito Campo, di 69. Alla madre della ragazzina ed a Civello viene contestata l’induzione alla prostituzione minorile. Sia Civello che Frisan, Friscia, Sansone e Campo avrebbero compiuto atti sessuali con la minore. Il 7 giugno incidente probatorio, chiesto dalle difese, per sentire la ragazzina.

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