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Una colletta per installare un defibrillatore semiautomatico (DAE) a Porto Palo di Menfi

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Gianni Tunisi, infermiere presso una struttura sanitaria del territorio, si è chiesto come mai non fosse presente a Porto Palo di Menfi un defibrillatore semiautomatico (DAE). Si tratta infatti di uno strumento fondamentale per consentire un pronto intervento qualora si verifichino casi di arresto cardiaco improvviso.

La morte cardiaca improvvisa è una delle maggiori cause di mortalità fra giovani e adulti e se non si è in grado di intervenire in pochi minuti (5/6 al massimo) con un massaggio cardiaco e una scarica elettrica la morte sopraggiunge. L’unico modo per poter intervenire in un tempo così limitato è quello di avere sul territorio in dotazione un defibrillatore e di operatori laici in grado di saperli utilizzare. Una riflessione nata anche dalla consapevolezza della mancanza di un presidio ospedaliero: “Perché non muoversi e creare una postazione DAE (defibrillatore) pubblica per poter dare ad ognuno di noi la possibilità che non avvenga il peggio?” Un’idea che lancia una raccolta fondi (da 1000 a 1500 euro) per riuscire a dare un contributo e una speranza futura se dovessero accadere episodi spiacevoli.

Il defibrillatore semiautomatico (spesso abbreviato con DAE, defibrillatore automatico esterno, o AED, automated external defibrillator) è un defibrillatore in grado di riconoscere in modo automatico, e interrompere tramite l’erogazione di una scarica elettrica, le aritmie maligne responsabili dell’arresto cardiaco, quali la fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare.
Un defibrillatore semiautomatico analizza automaticamente il ritmo cardiaco, determina se per tale ritmo è necessaria una scarica e, se essa è necessaria, seleziona sempre in modo automatico il livello di energia necessario. L’utente che lo manovra non ha la possibilità di modificare l’intensità della scarica o di forzarla se il dispositivo segnala che non è necessaria. Il funzionamento avviene per mezzo dell’applicazione di placche adesive sul petto del paziente. Quando tali elettrodi vengono applicati al paziente, il dispositivo controlla il ritmo cardiaco e – se necessario – si carica e si predispone per la scarica. Quando il defibrillatore è carico, per mezzo di un altoparlante, fornisce le istruzioni all’utente, ricordando che nessuno deve toccare il paziente e che è necessario premere l’apposito pulsante per erogare la scarica. Dopo ciascuna scarica, il defibrillatore si mette in “attesa” e dopo due minuti (corrispondenti a circa 6 cicli di RCP) effettua nuovamente l’analisi del ritmo cardiaco, e se necessario effettua una nuova scarica. All’interno del DAE è presente una piccola “scatola nera” che, dal momento in cui l’apparecchio viene acceso, registra tutti i rumori ambientali tramite un microfono e l’elettrocardiogramma del paziente dal momento in cui vengono collegate le placche.

Salvo Ognibene
Salvo Ognibenehttp://www.salvoognibene.it
Nato in Toscana ma cresciuto a Menfi, ama la pasta, la bici e la Sicilia. E’ laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna ed ha conseguito due master di cui uno in Marketing digitale alla LUMSA. Sommelier e giornalista, si occupa di comunicazione con attività di ufficio stampa e PR. Degustatore e collaboratore di guide enogastronomiche, è autore di 5 libri.

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