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Varvaro attacca Planeta e Bursi: “Pugnalato e sostituito da un burocrate, non tornero’ piu’ in Sicilia”

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Sono destinate a far discutere le dichiarazioni di Vito Varvaro, l’ex presidente di Cantine Settesoli affidate ad un post sul suo profilo Facebook. Ancor di più del suo discorso di addio dopo la mancata elezione nel nuovo Consiglio di Amministrazione. Varvaro che aveva salutato i soci parlando di “giochi di potere e trame alle sue spalle” se all’indomani dell’elezione del nuovo presidente Giuseppe Bursi, dirigente regionale dell’assessorato, aveva preferito non commentare negandosi alle interviste, evidentemente le stesse parole del neo presidente hanno provocato il vero e proprio sfogo affidato da Varvaro al social.

“Da un un Manager Internazionale ad un burocrate regionale. È questa la Sicilia del futuro?
Sto per andare via dalla Sicilia – scrive Varvaro su Facebook –  e penso che non tornerò più a lavorare per la mia terra. La storia della Settesoli e del complotto che ha portato un burocrate al mio posto,accoltellandomi alle spalle ,è un brutto esempio della Sicilia che guarda indietro e non vuole crescere”. Non è la difesa di VitoVarvaro ma la difesa di quella Sicilia che vuole crescere e di quei giovani, siciliani e non , che in parte avevo riportato in sicilia,per creare una azienda agricola globale sul modello delle migliori #cooperative del Nord d’Italia”.

Parole al vetriolo quelle di Varvaro che lascia molto amareggiato il suo posto a Menfi: “Un imprenditore del territorio, osannato da tutti (chiaro il riferimento a Diego Planeta), ha voluto distruggere un progetto che rendeva la Settesoli competitiva nel segmento dei vini di alta qualità e valore. Il tutto per difendere la propria azienda attaccata da un concorrente. Sindacati paladini dei piccoli agricoltori ,hanno combattuto per “distribuire tutto e subito ai poveri agricoltori “, non capendo che la ricchezza si crea anche investendo 2 -3 euro a quintale di uva per costruire marchi globali che possano competere nel mondo e portino negli anni redditi molto più alti agli agricoltori . Ecco perchè in Sicilia non abbiamo neanche un marchio agricolo conosciuto nel mondo mentre il Nord ha creato Amarone, Prosecco ,Melinda ed altro”.
Ma le accuse non sono soltanto per l’imprenditore vitivinicolo Planeta, ma anche per il suo successore Bursi che nel discorso di saluto aveva suggerito all’assemblea come il migliore candidato alla presidenza: “Un burocrate si è prestato a questo gioco ed ora pensa di gestire ,”ripacificherò e lavorerò di buona lena” , sedendo la mattina in Assessorato e qualche pomeriggio in Cantina!! Buona fortuna! Questi chiarimenti ,a caldo, li dovevo alla comunità che mi ha votato e che era pronta ad investire sul futuro, comunità di imprenditori agricoli ,che pur rappresentando la maggioranza dei vigneti ha voto minoritario in una cooperativa dove ogni testa è un voto a prescindere dalla estensione dei vigneti.Questo dovevo ai giovani di Menfi ed ai manager della Cantina ,che ho lasciato piangenti e scoraggiati e che già stanno cercando altro lavoro in aziende del Nord perchè qualcuno in Sicilia non vuole guardare al loro futuro ma vuole proteggere gli interessi di pochi fermandosi al passato.

“Auguri al burocrate – conclude ironicamente Varvaro –  che ha preso il mio posto, so che non sa cosa fare, e che ora si rivolgerà ai mandanti per aiuto ,con tanti conflitti di interesse suoi e dei suoi mandanti.È questa la Sicilia del futuro che dà speranze ai giovani ed agli agricoltori?”

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