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Ospedale di Ribera, acceso dibattito in corso sulla struttura oggi Hospital Covid

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L’ospedale di Ribera oggi unico Hospital Covid della provincia di Agrigento continua a suscitare un acceso dibattito politico e ieri ha portato ad una iniziativa di protesta dinnanzi la stessa struttura.

Oggi e’ l’ex sindaco Carmelo Pace a intervenire nuovamente. ” È doveroso pubblicamente – scrive – ringraziare i cittadini, i movimenti e le istituzioni del territorio che stanno portando avanti una protesta democratica e civile.
“Caserma Vuota” “ Ospedale da Campo”
Sono appellativi che purtroppo ultimamente abbiamo sentito ,troppe volte, nel tentativo ingeneroso di denigrare l’eroico servizio svolto , fino ad oggi, da tutto il personale del nostro nosocomio.
È giusto ricordare, invece, che proprio grazie al personale in servizio, fino a pochi giorni fa, nel nostro ospedale si poteva essere ricoverati in medicina e subire interventi chirurgici con le sale operatorie e i reparti aperti alla popolazione.
Fino a pochi giorni fa erano attivi 30 posti di riabilitazione.
Fino a pochi giorni fa la tac era accessibile a tutti, non soltanto ai Covid.
Fino a pochi giorni fa al pronto soccorso si salvavano vite umane ( e abbiamo anche testimonianze dirette)
Da qualche giorno questo non è più possibile nonostante le promesse e gli impegni assunti per il mantenimento di tutti i reparti e per il potenziamento del nostro ospedale.
Giova ricordare anche che dopo la chiusura del pronto soccorso e degli altri reparti era calato un silenzio assordante, nessuno doveva parlare, bisognava stare muti.
Dovevamo quasi gioire ed esultare ( o rassegnarci) per aver ottenuto la certezza che presto potremmo ricevere cure per la malaria e nulla più”.

Pace che per primo ha criticato la scelta e chiesto intanto, la riattivazione del Pronto Soccorso non ha dubbi che la protesta deve continuare:” È stata la protesta vibrata e democratica dei cittadini – conclude – scaturita anche da eventi tragici, che sta rimettendo tutto in gioco e sta facendo correre ai ripari chi ha la responsabilità di assicurare un servizio pubblico essenziale al nostro comprensorio.
Non bisogna mollare. Andiamo avanti a testa alta” .

Diverso invece, il commento sulla vicenda da parte del Movimento Cinque Stelle che oggi scrive: “L”ospedale Fratelli Parlapiano non è a rischio chiusura, anzi! I forti investimenti “causa Covid” finanziati dal governo centrale, obbligano la Regione Sicilia – competente in materia – attraverso la direzione strategica dell’Asp di programmarne il post Covid. È su quello che dovrebbe concentrarsi e dibattere la politica ed eventualmente l’opinione pubblica. Il presidio riberese è stato inserito tra i Covid Hospital, ciò comporta che in questo particolare momento di forte stress sanitario il Fratelli Parlapiano si occuperà esclusivamente di patologie Covid. Chi sostiene che questa scelta indebolisca il Fratelli Parlapiano, probabilmente o non conosce la situazione o lo fa in mala fede, puntando alla malcontento popolare attraverso una non corretta rappresentazione dei fatti e delle prospettive Post Covid.

A torto o ragione il Covid Hospital è stata una scelta lungimirante oltre che una ghiottissima occasione per salvaguardare il Fratelli Parlapiano messo fuori dall’ultima rete ospedaliera.

Vorrei ricordare che fino a qualche mese fa nessuno in Regione era disposto a modificare la rete ospedaliera, oggi però le cose si prospettano in materia nettamente diversa, la Regione si trova costretta a rivedere la rete ospedaliera in virtù delle modifiche apportate dalla nuova rete Covid.

È proprio su questo punto che la politica, gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica devono concentrarsi per un più ampio dibattito oltre che sano confronto.

Serve una sana programmazione post covid da inserire nella nuova rete ospedaliera, servono idee, serve capire le esigenze di un territorio, serve redistribuire l’offerta sanitaria provinciale”.

“Abbinare il Covid Hospital- conclude Vincenzo Rossello, coordinatore M5S Ribera in un nota- con un centro regionale per malattie infettive e un Presidio di Zona Disagiata è la prossima sfida della classe politica, in modo da poter garantire un’adeguata assistenza di emergenza urgenza e al contempo diversificare l’offerta sanitaria di un vasto territorio. Questo lo si può e deve fare nella prossima riorganizzazione delle rete ospedaliera regionale, ormai obselota e costretta ad essere modificata in virtù di tutte le modifiche apportate dal Covid e dalla rete Covid”

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