Un nuovo, terribile caso di femminicidio a Gela scuote la comunità nissena. Veronica Abaza, 64 anni, è stata uccisa brutalmente dal suo convivente, il quarantenne Lucian Stan, nella loro abitazione di via Amendola. Secondo quanto ricostruito dal procuratore capo di Gela, Salvatore Vella, l’uomo avrebbe colpito e strangolato la donna a mani nude, in un atto di violenza che lui stesso ha poi tentato di dissimulare.
Un uomo violento da anni
Nel corso della conferenza stampa, il procuratore Vella ha definito l’episodio “un efferato femminicidio”, spiegando che l’indagato era “un uomo violento, e la sua condotta andava avanti da anni”.
La vittima, tuttavia, non aveva mai sporto denuncia, nonostante la situazione di sopraffazione fosse nota a diversi connazionali della coppia. Proprio la comunità romena di Gela ha avuto un ruolo fondamentale nelle indagini, collaborando con le autorità e fornendo elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti.
Tentativo di depistaggio e arresto
Dopo l’omicidio, Stan avrebbe cercato di modificare la scena del crimine, eliminando le macchie di sangue e tentando di spaventare alcuni conoscenti che erano a conoscenza dei maltrattamenti.
Durante l’interrogatorio di garanzia, l’uomo ha tentato di giustificarsi parlando di un “incidente domestico”, attribuendo la morte della donna a una caduta dovuta all’assunzione di alcol. Ma la versione non ha convinto gli inquirenti.
L’autopsia, disposta dalla procura, ha rivelato segni di violenza compatibili con una morte per strangolamento, confermando i sospetti degli investigatori. Da qui l’arresto di Stan con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Allarme femminicidi e violenze di genere a Gela
Il femminicidio a Gela non è un caso isolato. Come ricordato dalla procura, solo nel 2025 sono stati aperti circa 150 procedimenti per reati legati a stalking e minacce nei confronti di donne.
Un numero allarmante, che riflette una realtà di violenza domestica spesso taciuta, dove il silenzio delle vittime resta uno degli ostacoli più difficili da superare.
Una tragedia che interroga la società
Il femminicidio a Gela diventa così l’ennesima ferita aperta in un Paese dove le violenze di genere continuano a mietere vittime. Il caso di Veronica Abaza richiama l’urgenza di rafforzare la cultura della denuncia e la protezione delle donne, perché nessuna storia di abusi debba più concludersi in tragedia.