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Abbonamenti con rinnovo automatico: quando sono illegali e come annullarli senza conseguenze

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Molti abbonamenti digitali si rinnovano in automatico, ma non sempre è legale. In diversi casi, le clausole di rinnovo possono essere considerate vessatorie e quindi nulle. Scopri come difenderti, quando puoi annullare l’abbonamento senza costi e quali sono i tuoi diritti secondo il Codice del Consumo.


Quando il rinnovo automatico diventa illegale

Oggi sempre più servizi – piattaforme di streaming, software, app o antivirus – vengono proposti con abbonamenti a rinnovo automatico, che si attivano da soli se non intervieni in tempo.
Ma non tutti i rinnovi sono legittimi. Secondo il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), una clausola è considerata vessatoria quando crea un significativo squilibrio tra i diritti e gli obblighi delle parti, a danno del consumatore.

Questo accade, ad esempio, quando:

  • il contratto impone termini di disdetta troppo rigidi o anticipati;
  • il cliente non viene informato chiaramente sulle modalità di rinnovo;
  • il fornitore rende difficoltosa o costosa la procedura di recesso.

In tutti questi casi, la clausola è nulla, anche se firmata o accettata online, e il consumatore ha diritto all’annullamento del rinnovo e al rimborso di eventuali somme addebitate.


I termini di preavviso legittimi secondo l’AGCM

Il Codice del Consumo non stabilisce un numero fisso di giorni di preavviso per la disdetta, ma l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha definito alcune linee guida.
Ecco i criteri di riferimento:

  • Nei contratti pluriennali, un preavviso di sei mesi è eccessivo e considerato sproporzionato; anche tre mesi possono essere ritenuti irragionevoli.
  • Per i contratti annuali, un preavviso di un mese è equo, mentre due mesi risultano già troppo lunghi.
  • In generale, un termine di 60 giorni o meno è ritenuto conforme alla legge.

In sintesi, il periodo di preavviso deve essere proporzionato alla durata del contratto, giustificato da esigenze tecniche reali e non deve limitare la libertà del cliente di scegliere un’altra offerta.


Obbligo di chiarezza e trasparenza per le aziende

L’art. 48 del Codice del Consumo impone ai fornitori di indicare chiaramente durata, modalità di rinnovo e condizioni di recesso già al momento della sottoscrizione del contratto.
Il consumatore deve sapere in anticipo:

  • se il servizio si rinnova automaticamente;
  • entro quanto tempo può disdirlo;
  • come esercitare il recesso senza penali.

Una clausola è illegittima anche se è leggibile e trasparente, se però impone un preavviso sproporzionato o limita in modo eccessivo il diritto di recesso.


Regole più severe per internet, telefonia e servizi digitali

Nei contratti di telefonia, connessione internet o altri servizi di comunicazione elettronica, oltre al Codice del Consumo si applica anche il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (D.Lgs. 259/2003).
In particolare, l’art. 98-septiesdecies stabilisce che:

  • l’utente deve essere avvisato almeno 2 mesi prima della scadenza, con email o SMS su supporto durevole;
  • in caso di rinnovo automatico, deve poter recedere in qualsiasi momento con un preavviso massimo di 30 giorni e senza costi aggiuntivi.

Queste tutele sono pensate per proteggere i consumatori da abusi contrattuali nei servizi essenziali, spesso gestiti con condizioni standard difficili da modificare.


Cosa succede se il rinnovo è nullo

Se una clausola di rinnovo automatico viene dichiarata vessatoria o illegittima, essa è considerata come mai esistita:

  • il contratto cessa alla sua scadenza naturale, senza rinnovo automatico;
  • le somme già addebitate dopo la scadenza devono essere rimborsate al cliente.

Il resto del contratto rimane valido, ma il fornitore non può più imporre vincoli di rinnovo o penali non giustificate.


🔒 Come difendersi

Per tutelarti dai rinnovi automatici indesiderati:

  1. Controlla sempre le condizioni di rinnovo e di disdetta prima di sottoscrivere un abbonamento.
  2. Salva una prova scritta della disdetta (email, PEC o modulo inviato dal sito ufficiale).
  3. Se la clausola appare sproporzionata o poco chiara, puoi segnalarla all’AGCM o rivolgerti a un’associazione dei consumatori per richiedere l’annullamento.

📌 In sintesi

  • Il rinnovo automatico è legale solo se trasparente, proporzionato e revocabile.
  • Le clausole vessatorie sono nulle e non vincolano il consumatore.
  • È possibile annullare l’abbonamento senza costi se non si è stati informati correttamente.
  • I servizi digitali e di telefonia sono soggetti a regole più severe a tutela dell’utente.
Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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