Molti abbonamenti digitali si rinnovano in automatico, ma non sempre è legale. In diversi casi, le clausole di rinnovo possono essere considerate vessatorie e quindi nulle. Scopri come difenderti, quando puoi annullare l’abbonamento senza costi e quali sono i tuoi diritti secondo il Codice del Consumo.
Oggi sempre più servizi – piattaforme di streaming, software, app o antivirus – vengono proposti con abbonamenti a rinnovo automatico, che si attivano da soli se non intervieni in tempo.
Ma non tutti i rinnovi sono legittimi. Secondo il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), una clausola è considerata vessatoria quando crea un significativo squilibrio tra i diritti e gli obblighi delle parti, a danno del consumatore.
Questo accade, ad esempio, quando:
In tutti questi casi, la clausola è nulla, anche se firmata o accettata online, e il consumatore ha diritto all’annullamento del rinnovo e al rimborso di eventuali somme addebitate.
Il Codice del Consumo non stabilisce un numero fisso di giorni di preavviso per la disdetta, ma l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha definito alcune linee guida.
Ecco i criteri di riferimento:
In sintesi, il periodo di preavviso deve essere proporzionato alla durata del contratto, giustificato da esigenze tecniche reali e non deve limitare la libertà del cliente di scegliere un’altra offerta.
L’art. 48 del Codice del Consumo impone ai fornitori di indicare chiaramente durata, modalità di rinnovo e condizioni di recesso già al momento della sottoscrizione del contratto.
Il consumatore deve sapere in anticipo:
Una clausola è illegittima anche se è leggibile e trasparente, se però impone un preavviso sproporzionato o limita in modo eccessivo il diritto di recesso.
Nei contratti di telefonia, connessione internet o altri servizi di comunicazione elettronica, oltre al Codice del Consumo si applica anche il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (D.Lgs. 259/2003).
In particolare, l’art. 98-septiesdecies stabilisce che:
Queste tutele sono pensate per proteggere i consumatori da abusi contrattuali nei servizi essenziali, spesso gestiti con condizioni standard difficili da modificare.
Se una clausola di rinnovo automatico viene dichiarata vessatoria o illegittima, essa è considerata come mai esistita:
Il resto del contratto rimane valido, ma il fornitore non può più imporre vincoli di rinnovo o penali non giustificate.
Per tutelarti dai rinnovi automatici indesiderati: