L’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia potrebbe presto subire un nuovo e importante cambiamento. Dopo i risultati critici del cosiddetto semestre filtro, il Ministero dell’Università e della Ricerca sta valutando una revisione delle regole di selezione, con l’obiettivo di evitare l’esclusione massiva degli studenti e garantire l’utilizzo di tutti i posti disponibili negli atenei.
La nuova proposta allo studio aprirebbe la strada a una graduatoria unica, che potrebbe includere anche i candidati che non hanno superato tutte le prove, prevedendo però un sistema di recupero dei debiti formativi. Un’ipotesi che sta già alimentando un ampio dibattito tra studenti, università e istituzioni.
Il nuovo modello di accesso a Medicina, basato su un semestre filtro con prove di biologia, chimica e fisica, era stato pensato per rendere la selezione più graduale e meno affidata a un singolo test. Ogni prova prevedeva 31 quesiti, tra domande a risposta multipla e completamento.
Tuttavia, i dati del primo appello del 23 novembre hanno sorpreso tutti: solo circa il 15% dei candidati è riuscito a superare tutte le prove. Un risultato che ha immediatamente sollevato dubbi sulla difficoltà dei quesiti e sulla loro coerenza con la preparazione scolastica degli studenti.
Il quadro appare ancora più problematico se si considera il rapporto tra:
Il rischio concreto è che, anche sommando i risultati del secondo appello del 10 dicembre (con esiti attesi il 23 dicembre), il numero degli idonei risulti inferiore ai posti programmati, creando corsi sottodimensionati e forti criticità organizzative.
Alla luce di questi numeri, il Ministero sta valutando una graduatoria unica nazionale, che rappresenterebbe una svolta rispetto all’impianto originario del semestre filtro.
Secondo le ipotesi circolate:
L’obiettivo sarebbe quello di assegnare tutti i posti disponibili, evitando che migliaia di cattedre restino vuote e che l’intero sistema di selezione perda efficacia.
L’elemento più innovativo della proposta riguarda il recupero delle insufficienze. Gli studenti ammessi tramite graduatoria unica, pur non avendo superato tutte le prove, potrebbero immatricolarsi a condizione di colmare i debiti formativi entro febbraio 2026.
In concreto:
In questo modo, la selezione non verrebbe eliminata ma spostata su un arco temporale più ampio, offrendo una seconda possibilità agli studenti senza abbassare il livello complessivo della formazione. Un modello che, però, comporterebbe un impegno organizzativo significativo per le università.
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha chiarito che l’intento del Governo non è ridurre drasticamente il numero di aspiranti medici, ma ampliare l’accesso senza compromettere la qualità della didattica. Medicina resta una facoltà strategica per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale e le scelte sulla selezione avranno effetti a lungo termine.
Nelle prossime settimane, dopo la pubblicazione dei risultati del secondo appello, il Ministero dovrà decidere se e come intervenire. Le decisioni attese entro la fine dell’anno potrebbero segnare una nuova svolta nel sistema di accesso a Medicina, incidendo sul percorso di migliaia di studenti e sull’organizzazione degli atenei italiani.