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Agenzia delle Entrate, come aiutare tuo figlio a pagare il mutuo senza rischiare accertamenti fiscali

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Aiutare un figlio a sostenere le rate del mutuo è un gesto comune e spesso necessario, soprattutto nei primi anni dopo l’acquisto della casa. Tuttavia, se il supporto economico non viene gestito correttamente, può attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate e trasformarsi in un problema fiscale.
Esiste però una soluzione legittima, semplice e fiscalmente sicura per intervenire senza rischi: ecco come funziona e cosa fare nel concreto.


Pagare direttamente la rata del mutuo: la soluzione più sicura

Il modo più corretto per aiutare un figlio a pagare il mutuo è versare direttamente la rata alla banca, evitando trasferimenti di denaro sul suo conto corrente.

Dal punto di vista giuridico, questa operazione rientra nell’adempimento del terzo, previsto dall’articolo 1180 del Codice civile. In pratica, il genitore estingue un debito intestato al figlio senza subentrare nel contratto di mutuo e senza creare passaggi di denaro difficili da giustificare.

Quando il pagamento avviene per spirito di liberalità, si configura una donazione indiretta: il figlio non riceve denaro, ma viene liberato da un’obbligazione finanziaria. Proprio questo aspetto rende l’operazione più semplice e meno esposta a contestazioni fiscali.


Cos’è la donazione indiretta e perché conviene

La donazione indiretta si realizza quando l’arricchimento di una persona deriva da un atto che non è formalmente una donazione, come il pagamento di una rata di mutuo o del prezzo di una casa intestata al figlio.

Il grande vantaggio è che non serve l’atto pubblico notarile, nemmeno se le somme sono elevate. La legge, infatti, richiede la forma solenne solo per le donazioni dirette di denaro di non modico valore. Pagando direttamente la banca, si evitano quindi costi notarili, burocrazia e rischi di nullità dell’atto.


Attenzione alla causale del bonifico: è fondamentale

Uno degli errori più comuni è effettuare un bonifico generico o poco chiaro. Anche se la causale non è un elemento essenziale del bonifico, diventa decisiva in caso di controlli fiscali.

Per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate, la causale deve spiegare chiaramente:

  • perché viene effettuato il pagamento;
  • a quale mutuo si riferisce;
  • chi è il beneficiario reale dell’operazione.

Una causale corretta e consigliata è, ad esempio:

“Pagamento rata mutuo n. [mese o numero rata] del [data], contratto n. [numero], intestato a [Nome e Cognome del figlio], effettuato da [Nome e Cognome del genitore] a titolo di liberalità”.


Perché la causale protegge da accertamenti fiscali

Una causale dettagliata serve per due motivi principali:

  • pratico, perché consente di tenere traccia dei pagamenti effettuati;
  • probatorio, perché dimostra la natura dell’operazione in caso di verifiche fiscali.

In assenza di giustificazioni chiare, l’Agenzia delle Entrate può applicare la cosiddetta presunzione di reddito: ogni versamento su un conto corrente può essere considerato reddito imponibile, salvo prova contraria.
Proprio per questo motivo, i bonifici non giustificati o con causali vaghe possono trasformarsi in un problema serio, anche se nascono da un gesto di aiuto familiare.


In sintesi: come aiutare tuo figlio senza rischi

Per aiutare tuo figlio a pagare il mutuo ed evitare problemi con il Fisco:

  • paga direttamente la rata alla banca;
  • evita trasferimenti di denaro sul suo conto;
  • usa una causale dettagliata e trasparente;
  • indica sempre che si tratta di un pagamento a titolo di liberalità.

Seguendo queste regole, l’aiuto economico resta un gesto di sostegno familiare e non diventa un potenziale caso di accertamento fiscale.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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