Nel 2026 l’importo dell’Assegno di Inclusione potrebbe aumentare fino a 130 euro in più l’anno, ma solo se si verificherà una condizione: l’aumento dell’inflazione. Ecco tutti i dettagli su requisiti, tempi e novità.
L’Assegno di Inclusione, che dal 2024 ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, è destinato a cambiare ancora. Dal prossimo anno, il contributo mensile destinato ai nuclei familiari fragili potrebbe aumentare fino a 130 euro annui, ma il requisito chiave è l’andamento dell’inflazione.
Secondo le stime aggiornate, l’inflazione potrebbe salire intorno al 2% entro fine 2025, innescando un meccanismo di adeguamento automatico per il 2026. L’importo mensile, attualmente pari a 541,66 euro, potrebbe così salire a circa 552 euro, con un incremento di circa 11 euro al mese.
L’aumento, pur se contenuto, rappresenterebbe un importante segnale di attenzione verso le famiglie in difficoltà, che ogni mese devono affrontare bollette, spese alimentari e costi crescenti.
Dopo anni di stallo, il 2025 aveva già visto un primo rialzo, grazie all’innalzamento della soglia ISEE da 6.000 a 6.500 euro. Ora, nel 2026, il possibile adeguamento al tasso inflattivo segnerebbe un ulteriore passo avanti verso la tutela del potere d’acquisto per le fasce più deboli.
Il contributo resta riservato a:
Sono esclusi gli occupabili al lavoro, che non rientrano nei beneficiari della misura.
Oltre al possibile aumento dell’importo mensile, il Governo ha introdotto il “Bonus ponte” da 500 euro, pensato per sostenere le famiglie nei periodi di attesa o transizione tra una richiesta e l’altra dell’Assegno di Inclusione. Una misura transitoria, utile soprattutto nei momenti di incertezza amministrativa.
Se confermato, l’incremento del 2026 costituirebbe un precedente importante, aprendo la strada a un meccanismo stabile di adeguamento automatico dell’Assegno di Inclusione in base al costo della vita, come già avviene per altre prestazioni sociali.