Gli stipendi del comparto Istruzione e Ricerca sono destinati a crescere in modo significativo fino al 2027. Con il CCNL 2022-2024 già firmato in via preliminare e le risorse stanziate dalla precedente legge di Bilancio, si delinea un quadro chiaro degli aumenti in arrivo per docenti, personale Ata, università e ricerca.
Gli incrementi previsti, sommando i due cicli contrattuali (2022-2024 e 2025-2027), raggiungono punte fino a 470 euro mensili, rendendo questo uno dei rinnovi più importanti dell’ultimo decennio.
Il nuovo contratto scuola 2025-2027 si inserisce nel solco della continuità con il CCNL 2022-2024, già firmato in forma preliminare. Questo permette di stimare con precisione gli incrementi attesi.
La legge di Bilancio ha inoltre determinato un aumento tabellare di 135,25 euro lordi mensili per tredici mensilità, pari a una crescita media del 5,4%.
Il settore universitario e Afam (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) registra incrementi più articolati e differenziati per professionalità.
Somma dei due cicli contrattuali (2022-2024 e 2025-2027):
Queste variazioni puntano a ridurre gli squilibri interni, adeguando il sistema universitario italiano agli standard europei e migliorando l’attrattività del settore per profili qualificati.
La ricerca è l’ambito che registra la crescita più significativa dell’intero comparto.
L’obiettivo è valorizzare competenze tecnico-scientifiche cruciali per l’innovazione e la capacità progettuale del Paese.
Dal personale Ata (+213 €) ai ricercatori (+470 €), passando per i docenti (+292 €), l’intero comparto si muove verso un riequilibrio salariale stabile, sostenuto da risorse già stanziate e da una traiettoria di rinnovi contrattuali ravvicinati.
Il quadro che emerge è quello di un settore pubblico che punta a:
Una riforma che, per la prima volta da anni, offre certezze e una progressione retributiva chiara fino al 2027.