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Dipendenti pubblici locali, in arrivo aumenti fino a 300 euro al mese: chi ne ha diritto e a quale condizione

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Nuove opportunità economiche in arrivo per molti dipendenti pubblici locali: un emendamento alla legge di conversione del decreto P.A., approvato il 17 aprile 2025 in Commissione, introduce la possibilità di aumentare gli stipendi fino a 300 euro mensili. Ma non tutti ne beneficeranno: il diritto all’aumento è subordinato a una condizione fondamentale legata alla situazione finanziaria degli enti locali.


Chi riceverà gli aumenti fino a 300 euro

Gli aumenti interesseranno il personale con contratto presso:

  • Comuni
  • Città Metropolitane
  • Province
  • Regioni

Restano esclusi:

  • Camere di Commercio
  • Unioni Comunali
  • Altri enti del comparto funzioni locali non espressamente menzionati

Cosa prevede l’emendamento al decreto P.A.

L’emendamento consente di:

  • innalzare la componente stabile del fondo delle risorse decentrate;
  • incrementare le posizioni organizzative fino al 48% della spesa complessiva per le retribuzioni 2023;
  • superare il tetto al trattamento accessorio previsto dall’art. 23, comma 2, del D. Lgs. 75/2017.

L’obiettivo è ridurre il divario retributivo tra il personale degli enti locali e quello delle amministrazioni centrali, spesso più attrattive a livello salariale.


La condizione per ottenere l’aumento

L’aumento non è automatico. Le risorse economiche per finanziare l’incremento dovranno essere reperite internamente da ciascun ente locale.

In sintesi:

  • Comuni e Regioni dovranno finanziare gli aumenti con fondi propri
  • Niente stanziamenti aggiuntivi dallo Stato
  • Solo gli enti con bilanci in equilibrio potranno procedere con l’aumento

Un’opportunità per i Comuni virtuosi

I Comuni con conti in ordine potranno:

  • offrire stipendi più alti ai propri dipendenti;
  • attrarre personale qualificato;
  • migliorare la qualità dei servizi pubblici locali.

Al contrario, gli enti in difficoltà non potranno aumentare gli stipendi, creando nuove disparità territoriali.


Le critiche dei sindacati

Se da un lato l’iniziativa è stata accolta positivamente da molte forze politiche, dall’altro i sindacati – in particolare la CGIL – hanno criticato la misura, sostenendo che:

  • potrebbe creare disuguaglianze tra amministrazioni;
  • potrebbe limitare le nuove assunzioni, costringendo gli enti a destinare le risorse solo al personale esistente.

Quando entrerà in vigore

Gli aumenti potranno essere applicati solo dopo l’entrata in vigore definitiva della legge di conversione. Da quel momento, i Comuni e le Regioni che rispettano i criteri potranno adeguare le buste paga dei propri dipendenti fino a un massimo di 300 euro netti al mese.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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