Una nuova riforma fiscale europea è al centro del dibattito tra gli Stati membri: l’obiettivo è l’armonizzazione delle accise sui prodotti del tabacco, con aumenti significativi previsti per sigarette, sigari, sigarette elettroniche e altri derivati. Le modifiche, ancora in fase di proposta, potrebbero tradursi in rincari fino a un euro per pacchetto, con impatti sia sui consumatori che sull’economia europea.
Secondo quanto trapelato da fonti comunitarie, la Commissione Europea sta lavorando a un aggiornamento delle direttive fiscali che regolano le accise sul tabacco. Il piano prevede una revisione complessiva che colpirebbe:
L’obiettivo è duplice: da un lato, unificare il quadro fiscale tra gli Stati membri; dall’altro, disincentivare il consumo, anche nelle sue forme alternative.
Le accise sono imposte indirette applicate alla produzione o consumo di specifici beni. Nei prodotti da fumo, l’accisa è uno dei principali componenti del prezzo finale. In Italia, ad esempio, il prezzo di vendita di un pacchetto è determinato da:
Secondo la bozza di riforma, le nuove accise porterebbero il prelievo fiscale sulle sigarette da 90 a 215 euro ogni 1.000 unità, con un impatto diretto di circa 1 euro in più per ogni pacchetto. Per sigari e sigaretti, si ipotizzano aumenti fino al 1.000%.
Tra le principali proposte in esame, vi sono:
Il piano non è privo di ostacoli: diversi Paesi, tra cui Italia, Grecia e Romania, temono effetti negativi sul consumo interno e sull’equilibrio fiscale. La Commissione Europea riconosce i rischi di un impatto sull’inflazione (+0,5%) e invita al dialogo per trovare un compromesso sostenibile.
Attualmente, le normative fiscali sui prodotti da fumo variano notevolmente tra i 27 Paesi UE. La proposta mira a superare queste differenze per assicurare:
Il dibattito è ancora aperto, ma la portata della riforma – se approvata – potrebbe ridefinire il mercato europeo del tabacco e cambiare radicalmente le abitudini di milioni di cittadini.