Nel 2025 è prevista una serie di misure volte a sostenere i pensionati con assegni di importo ridotto. Tra queste, l’integrazione al trattamento minimo e una rivalutazione straordinaria degli importi pensionistici. Si tratta di strumenti che permettono di incrementare l’importo mensile della pensione, garantendo una soglia minima fissata annualmente e accessibile solo a chi rispetta precisi requisiti contributivi e reddituali.
L’integrazione al trattamento minimo è una misura prevista per i pensionati che si trovano in condizioni economiche svantaggiate. Per accedervi, nel 2025 è necessario:
Nel 2025 l’importo della pensione minima, rivalutato dello 0,8%, è pari a 603,40 euro mensili (7.844,20 euro annui).
I pensionati possono beneficiare dell’integrazione:
Per i pensionati coniugati, si considera anche il reddito del coniuge:
Il calcolo dell’integrazione dipende dalla fascia reddituale del beneficiario:
Esempio:
Un pensionato con 250 euro di pensione e un reddito di 6.500 euro riceverà un’integrazione di circa 353 euro, arrivando a circa 603 euro mensili. Se invece ha un reddito di 12.000 euro, l’integrazione sarà parziale, pari a circa 284 euro al mese.
Oltre all’integrazione, nel 2025 è stata introdotta una rivalutazione straordinaria del 2,2% per le pensioni più basse. L’aumento si applica:
Grazie a questo adeguamento, l’assegno minimo mensile può salire fino a 616,67 euro.
La rivalutazione straordinaria viene applicata automaticamente dall’INPS. Per l’integrazione al minimo, invece, il pensionato deve:
Se il diritto viene riconosciuto, è possibile anche ottenere arretrati fino a cinque anni.