Il cosiddetto bonus casalinghe 2025 non è un incentivo unico o universale, ma un insieme di strumenti previdenziali e assistenziali pensati per chi si dedica alla cura della casa e della famiglia senza un lavoro retribuito.
Tra questi, la misura principale è il Fondo di previdenza volontaria per casalinghe e casalinghi, gestito dall’INPS e attivo dal 1996.
Il Fondo è una forma di assicurazione volontaria aperta a chi:
Gli iscritti possono versare contributi liberamente, anche in modo discontinuo, costruendo così una pensione personale basata sui versamenti effettuati.
Per ottenere un anno intero di contribuzione, nel 2025 è necessario versare almeno 309,84 euro, ma è possibile versare di più per aumentare l’importo futuro.
Con almeno 5 anni di contributi versati nel Fondo, si può accedere a:
Va precisato che non è previsto un trattamento minimo, quindi la pensione può risultare modesta in caso di versamenti bassi o saltuari.
Nonostante ciò, il Fondo rappresenta l’unica via previdenziale ufficiale per chi si dedica al lavoro domestico non retribuito.
Chi non ha mai versato contributi può richiedere l’assegno sociale, una misura assistenziale destinata alle persone con più di 67 anni in condizioni economiche svantaggiate.
Nel 2025, spetta in misura piena a chi non ha redditi personali e, se in coppia, a chi possiede un reddito familiare inferiore a circa 7.000 euro annui.
L’importo può essere ridotto se si superano tali soglie.
Non è legato direttamente al lavoro domestico, ma rappresenta una rete di sicurezza per chi non dispone di altre forme di reddito.
Dal 2024 il Reddito di cittadinanza è stato sostituito dall’Assegno di Inclusione, che offre un sostegno economico ai nuclei familiari in difficoltà.
Chi si occupa di familiari con disabilità, minori o persone anziane può essere esonerato dagli obblighi di formazione o lavoro, ricevendo comunque l’aiuto economico.
A livello locale, alcuni Comuni e Regioni promuovono:
Secondo i dati ISTAT, oltre il 90% degli italiani tra i 20 e i 74 anni svolge ogni giorno attività domestiche o di cura non retribuite, per una media di oltre 3 ore al giorno.
Il valore economico stimato di questo lavoro “invisibile” supera i 700 miliardi di euro l’anno, circa il 40% del PIL nazionale.
La Costituzione italiana, all’articolo 35, riconosce la dignità del lavoro in tutte le sue forme. Già nel 1995 la Corte Costituzionale definì il lavoro domestico come attività meritevole di tutela, anche se ancora oggi manca un riconoscimento economico pieno.
Il Bonus casalinghe 2025 non è un incentivo diretto, ma un insieme di strumenti previdenziali, assistenziali e formativi che mirano a dare valore e protezione a chi dedica la propria vita alla cura della casa e della famiglia.
Un ruolo sociale essenziale, spesso invisibile, ma che rappresenta una delle colonne portanti della società italiana.