Il Bonus POS è un credito d’imposta che permette a commercianti, artigiani e professionisti di recuperare una parte delle commissioni bancarie sostenute per i pagamenti effettuati tramite carte di credito, bancomat e altri strumenti digitali.
L’obiettivo è duplice: incentivare i pagamenti elettronici e alleggerire i costi fissi legati all’utilizzo del POS.
Introdotto con l’art. 22 del Decreto Legge n. 124/2019, il bonus è operativo dal 1° luglio 2020 e continua a rappresentare uno degli strumenti fiscali più utili per le piccole attività.
Il Governo punta sulla diffusione dei pagamenti tracciabili per ridurre l’evasione fiscale e aumentare la trasparenza economica.
Ogni operazione con POS, infatti, lascia una traccia elettronica che consente un controllo più efficace dei movimenti di denaro.
Dal 1° gennaio 2026, entrerà inoltre in vigore l’obbligo di collegare il POS al registratore di cassa, rendendo il sistema ancora più integrato e trasparente.
Tuttavia, per le attività commerciali, le commissioni sulle transazioni elettroniche restano una spesa costante. Proprio per questo il Bonus POS rappresenta una forma di compensazione fiscale utile e concreta.
Il credito d’imposta spetta a:
Possono beneficiarne solo coloro che, nell’anno precedente, hanno dichiarato ricavi o compensi fino a 400.000 euro.
Il Bonus POS 2025 consente di recuperare fino al 30% delle commissioni pagate per le transazioni con:
Durante la pandemia, la percentuale di rimborso era salita temporaneamente al 100%, ma dal 2023 la misura è tornata al valore ordinario del 30%.
Il credito d’imposta si può utilizzare in compensazione già dal mese successivo alla spesa sostenuta.
Per farlo, è necessario compilare il modello F24, inserendo:
In caso di restituzione o correzione, si utilizza invece la colonna “importi a debito versati”.
Il credito POS deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi. Gli importi vanno inseriti nel:
Il bonus rientra nel regime “de minimis” previsto dall’Unione Europea, che consente agli Stati membri di concedere aiuti economici alle imprese senza pre-approvazione della Commissione UE.
Dal 1° gennaio 2024, il tetto massimo per tali aiuti è salito a 300.000 euro in tre anni (in precedenza 200.000 euro).
Le banche e i fornitori di servizi di pagamento devono comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro il 20 del mese successivo, i dati delle transazioni effettuate.
La comunicazione deve contenere:
Questi dati vengono trasmessi anche all’esercente, che così può verificare gli importi su cui calcolare il credito d’imposta.
Il Bonus POS è una misura strutturale che mira a favorire la digitalizzazione dei pagamenti e sostenere microimprese e professionisti.
In un contesto in cui la moneta elettronica è ormai la norma, il credito d’imposta consente di ridurre il peso economico delle commissioni bancarie, premiando chi si adegua alle nuove regole fiscali.