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Cane smarrito in aeroporto, la Corte UE: risarcimento come un bagaglio perso, escluso il legame affettivo

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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che gli animali domestici smarriti durante un volo sono equiparati ai bagagli. Il risarcimento è quindi lo stesso previsto per una valigia perduta, senza considerazione del legame affettivo con il proprietario.

Una sentenza destinata a far discutere quella emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C‑218/24 del 16 ottobre 2025). Secondo i giudici di Lussemburgo, un animale domestico smarrito durante un viaggio aereo deve essere risarcito come un bagaglio ordinario, escludendo qualsiasi riconoscimento per il danno morale o affettivo.
La decisione nasce da un caso che ha avuto origine nel 2019 all’aeroporto internazionale di Ezeiza, Buenos Aires, dove la passeggera argentina Grisel Ortiz perse la propria cagnolina Mona durante le operazioni di imbarco su un volo Iberia diretto a Barcellona.


Il caso: un viaggio di routine diventato un incubo

La donna, che aveva imbarcato regolarmente il suo animale nel trasportino, al momento dell’arrivo si è ritrovata senza la sua compagna a quattro zampe. Dopo ricerche infruttuose e un forte clamore mediatico, Ortiz decise di citare la compagnia aerea chiedendo un risarcimento di 5.000 euro per danno morale.

Il tribunale di Madrid, chiamato a decidere sul caso, ha chiesto chiarimenti alla Corte di Giustizia UE in merito alla natura giuridica degli animali nel trasporto aereo. La risposta è stata chiara: gli animali non sono passeggeri, ma rientrano nella categoria dei “bagagli” ai sensi della Convenzione di Montreal.


La sentenza: risarcimento limitato e nessun riconoscimento affettivo

La Corte ha stabilito che, in assenza di una dichiarazione speciale di valore al check‑in, la compagnia aerea è tenuta a risarcire solo entro i limiti previsti per i bagagli, senza considerare il valore affettivo o il legame emotivo.

Nel caso della signora Ortiz, Iberia ha quindi potuto opporsi al risarcimento integrale richiesto, offrendo soltanto la cifra massima prevista per lo smarrimento di un bagaglio.
Tuttavia, questa interpretazione ha generato una forte polemica, perché — come sottolineato dai legali della passeggera — nella pratica le compagnie aeree non consentono di dichiarare un valore economico per gli animali domestici, rendendo di fatto impossibile ottenere una tutela maggiore.


Le conseguenze legali e morali

La decisione della Corte UE crea un precedente importante, ma anche controverso.
Da un lato, ribadisce il principio giuridico della responsabilità limitata delle compagnie aeree; dall’altro, ignora completamente il valore affettivo che gli animali rappresentano per milioni di persone.

In sostanza, per il diritto europeo, un cane o un gatto trasportato in aereo non ha una tutela diversa da quella di una valigia.
La pronuncia evidenzia anche un vuoto normativo: mentre molte norme europee tutelano il benessere animale in altri contesti, nel trasporto aereo la legislazione rimane ancorata a criteri puramente economici.


Cosa cambia per chi viaggia con il proprio animale

Chi viaggia con animali domestici dovrà prestare particolare attenzione:

  • in caso di smarrimento, il risarcimento sarà limitato ai massimali previsti per i bagagli;
  • dichiarare il valore dell’animale al check‑in, ove consentito, può aumentare il risarcimento;
  • è consigliabile stipulare una polizza assicurativa privata specifica per la tutela degli animali in viaggio.

Questa sentenza segna dunque un punto di svolta nel diritto dei trasporti, ma anche una profonda riflessione sul ruolo che la società attribuisce agli animali da compagnia.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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