Il nuovo DDL dedicato ai caregiver familiari — noto come Riforma Locatelli — non è ancora ufficiale, ma le anticipazioni delineano già un quadro che potrebbe rivoluzionare il sostegno a milioni di italiani che assistono ogni giorno familiari non autosufficienti. La ministra ha confermato che il testo sarà presentato solo dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2026, motivo per cui le informazioni attuali restano ufficiose. Tuttavia, gli elementi emersi consentono una prima analisi delle misure previste e dei nodi irrisolti.
Chi sono i caregiver familiari e perché serviva una riforma
In Italia esistono oltre 7 milioni di caregiver, spesso senza tutele economiche né riconoscimento giuridico. Assistono genitori, figli, coniugi con disabilità grave o non autosufficienza, sacrificando lavoro, tempo libero e spesso anche la propria salute.
Ad oggi non esiste una legge organica: solo norme sparse e insufficienti, come la legge di bilancio 2018 o misure regionali non uniformi.
Il DDL Locatelli intende colmare questo vuoto.
Quattro nuove fasce di caregiver: la classificazione nazionale
Una delle novità più significative riguarda proprio la definizione e classificazione dei caregiver, mai prevista finora a livello nazionale. Le fasce sarebbero determinate dal numero di ore dedicate all’assistenza e dalla convivenza con la persona non autosufficiente:
1️⃣ Caregiver convivente prevalente
- Oltre 91 ore settimanali di assistenza.
- È la categoria più impegnata e quella che, secondo la bozza, riceverebbe l’assegno economico.
2️⃣ Caregiver convivente
- Tra 30 e 90 ore settimanali.
3️⃣ Caregiver non convivente
- Assistenza minima di 30 ore a settimana.
4️⃣ Caregiver con impegno ridotto
- Tra 10 e 29 ore settimanali.
- Può essere convivente o non convivente.
Questa suddivisione sarebbe utilizzata per definire diritti, priorità e accesso ai servizi.
L’assegno da 400 euro al mese: come funziona e chi ne avrebbe diritto
Secondo le anticipazioni, il DDL introdurrebbe un assegno economico di 1.200 euro a trimestre, pari a circa 400 euro al mese, destinato esclusivamente ai caregiver conviventi prevalenti.
Requisiti economici (molto restrittivi):
- ISEE fino a 15.000 euro
- Redditi da lavoro non superiori a 3.000 euro annui
➡️ Il beneficio sarebbe quindi accessibile a una platea molto ristretta, stimata in circa 50.000 caregiver, un numero molto basso rispetto ai milioni di persone coinvolte nell’assistenza familiare.
Buona notizia: il contributo non verrebbe conteggiato nell’ISEE, evitando penalizzazioni su altre prestazioni sociali.
Criticità e nodi irrisolti della riforma
Le anticipazioni hanno suscitato reazioni contrastanti. Alcuni aspetti destano perplessità:
❌ Un contributo economico solo per una categoria ristretta
Gli altri caregiver avrebbero solo un riconoscimento formale, senza tutele concrete.
❌ Nessun potenziamento dei servizi territoriali
Non emergono interventi strutturali su:
- assistenza domiciliare,
- servizi di sollievo,
- supporto psicologico,
- percorsi socio-sanitari integrati.
Senza servizi adeguati, il peso dell’assistenza continuerà a gravare quasi interamente sulle famiglie.
❌ Tempistiche incerte
Il DDL sarà discusso solo dopo la Legge di Bilancio 2026, e potrebbe subire modifiche significative.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
La potenziale riforma rappresenta un primo passo verso il riconoscimento del ruolo del caregiver, ma molto dipenderà dal testo definitivo e dalle risorse effettivamente stanziate.
Le famiglie attendono:
- tutele economiche più ampie,
- servizi territoriali potenziati,
- diritti uniformi su tutto il territorio nazionale.
Il percorso, però, è ancora lungo.



