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Condominio, fumare in balcone non è sempre un diritto: ecco cosa dice la legge e quando i vicini possono opporsi

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Fumare sul balcone di casa è un’abitudine comune, ma in ambiente condominiale può diventare motivo di conflitto tra vicini. Il problema sorge quando il fumo di sigaretta penetra nelle abitazioni adiacenti, causando disagio o danni alla salute. In questi casi, il diritto a fumare incontra dei limiti, e il vicino può agire per difendere il proprio benessere.


Fumare in balcone: quando è consentito e quando no

Secondo la legge, fumare sul proprio balcone è generalmente lecito, in quanto rientra nel diritto di proprietà. Tuttavia, tale diritto non è assoluto: deve rispettare i diritti degli altri condomini, in particolare quello a vivere in un ambiente salubre e tranquillo.

Il riferimento normativo è l’art. 844 del Codice Civile, che disciplina le immissioni: rumori, odori, vibrazioni e, dunque, anche il fumo di sigaretta. Se queste superano la normale tollerabilità, possono essere vietate dal giudice.


Cos’è la normale tollerabilità?

Il concetto di “normale tollerabilità” non è definito in modo rigido. Spetta al giudice valutarlo caso per caso, considerando:

  • intensità e durata delle immissioni;
  • frequenza;
  • distanza tra balconi;
  • presenza di soggetti vulnerabili (bambini, anziani, malati);
  • caratteristiche strutturali dell’edificio.

Il regolamento condominiale può vietare il fumo?

Dipende dalla natura del regolamento:

  • Regolamento assembleare (approvato a maggioranza): non può vietare il fumo sul balcone privato, poiché non può limitare i diritti individuali dei condomini;
  • Regolamento contrattuale (approvato all’unanimità o allegato agli atti notarili): può includere divieti specifici, purché non ledano diritti fondamentali.

Cosa può fare chi subisce il fumo dei vicini?

Chi ritiene di essere danneggiato dalle immissioni di fumo ha a disposizione diverse opzioni:

  1. Confronto diretto: parlare con il vicino e cercare una soluzione amichevole, come cambiare posizione o orari per fumare.
  2. Diffida scritta: invitare formalmente il vicino a cessare il comportamento lesivo.
  3. Azione legale: rivolgersi al Giudice di Pace o al Tribunale per ottenere:
    • l’inibitoria del comportamento;
    • un eventuale risarcimento danni (morali o alla salute).

L’onere della prova è a carico del vicino danneggiato

Chi si oppone al fumo in balcone deve dimostrare che le immissioni sono intollerabili, ai sensi dell’art. 2697 del Codice Civile. Servono prove documentali o testimonianze che attestino il disturbo concreto.


Conclusione

Fumare in balcone è lecito, ma non illimitato. Quando l’odore di fumo compromette la salute o il benessere degli altri, può essere considerato illecito e sanzionabile. Ogni situazione va valutata nel contesto, ma il principio fondamentale è che la libertà di uno finisce dove inizia quella dell’altro.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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