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Congedo di maternità e paternità 2026: anche per le partite IVA. Ecco come funziona e come fare domanda secondo l’INPS

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Anche i lavoratori autonomi hanno diritto al congedo di maternità e paternità: lo conferma l’INPS, che chiarisce requisiti, modalità e novità per chi è iscritto alla Gestione Separata. La tutela non è più solo per i dipendenti.

Nel 2026 cambia il paradigma dell’accesso al congedo di maternità e paternità: non solo lavoratori dipendenti, ma anche liberi professionisti, freelance, collaboratori e titolari di partita IVA potranno richiedere l’indennità prevista dalla normativa nazionale. A ribadirlo è l’INPS, con un nuovo messaggio ufficiale (26 settembre 2025), che fa chiarezza su criteri, tempistiche e procedure per ottenere il beneficio.

A chi spetta: i requisiti per accedere all’indennità

Possono richiedere il congedo tutti gli iscritti alla Gestione Separata INPS, a condizione che:

  • Non percepiscano già una pensione
  • Non abbiano altra copertura assicurativa obbligatoria per la maternità
  • Abbiano versato almeno un mese di contributi nei 12 mesi precedenti l’evento (gravidanza, nascita, adozione o affidamento)

Per i collaboratori (co.co.co.), l’indennità è garantita anche in caso di omissione contributiva da parte del committente. Per i liberi professionisti, invece, il pagamento dei contributi è condizione essenziale per accedere al beneficio.


Durata e modalità del congedo

Il periodo standard è di 5 mesi, suddivisi in:

  • 2 mesi prima del parto
  • 3 mesi dopo il parto
    Tuttavia, è possibile anche optare per soluzioni più flessibili:
  • Avviare la maternità 1 solo mese prima e prolungarla di conseguenza a 4 mesi dopo
  • Posticipare tutti e 5 i mesi a dopo la nascita, su semplice comunicazione all’INPS

In caso di complicazioni mediche o ambienti lavorativi a rischio, la ASL può disporre l’interdizione anticipata, anche fino a 7 mesi post parto.

Se il reddito dell’anno precedente è inferiore a 9.456,53 euro (limite ISEE per il 2025), è possibile richiedere 3 mesi extra di indennità.


Anche per i padri: quando spetta il congedo di paternità

Anche il genitore padre può accedere all’indennità in casi specifici:

  • Decesso o grave infermità della madre
  • Abbandono del minore
  • Affidamento esclusivo al padre

Valgono le stesse regole previste per la madre autonoma, inclusa la possibilità di ottenere i 3 mesi aggiuntivi se il reddito rientra nei limiti.


A quanto ammonta l’indennità?

Il valore dell’indennità è pari all’80% di 1/365 del reddito imponibile ai fini contributivi. Il pagamento avviene direttamente da parte dell’INPS, con accredito su conto corrente o libretto postale.

Importante: il diritto decade entro un anno dalla fine del periodo indennizzabile. È quindi fondamentale presentare la domanda tempestivamente.


Come presentare domanda: guida pratica

La domanda deve essere presentata online sul sito INPS, utilizzando una delle seguenti credenziali:

  • SPID
  • CIE (Carta d’Identità Elettronica)
  • CNS (Carta Nazionale dei Servizi)

Il certificato medico viene trasmesso direttamente dal ginecologo all’INPS. Entro 30 giorni dal parto, va comunicata la data effettiva della nascita.


Conclusioni

Il congedo parentale per lavoratori autonomi rappresenta una conquista di civiltà e inclusione, che equipara finalmente i diritti di professionisti, freelance e collaboratori a quelli dei dipendenti. Una misura concreta che, nel 2026, permetterà di conciliare famiglia e lavoro in modo più equo, tutelando il ruolo genitoriale anche nel mondo del lavoro indipendente.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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