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TFR e conguaglio fiscale: perché potresti dover versare un’imposta aggiuntiva

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Ricevere il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) o il TFS (Trattamento di Fine Servizio) non significa aver chiuso definitivamente i conti con il Fisco. In molti casi, l’Agenzia delle Entrate può richiedere successivamente il versamento di una somma aggiuntiva, non come sanzione, ma come conguaglio fiscale previsto dalla normativa.

Tassazione provvisoria e imposta definitiva

Quando si incassa il TFR/TFS, l’ente erogatore – come l’INPS – applica una ritenuta provvisoria del 23% sull’importo. Questa aliquota, però, è solo un acconto. La tassazione effettiva viene ricalcolata in un secondo momento dall’Agenzia delle Entrate, applicando un meccanismo chiamato imposta separata, che tiene conto della media delle aliquote IRPEF relative ai due anni precedenti all’erogazione.

Questo sistema può determinare un conguaglio a debito, ovvero l’obbligo di versare una somma ulteriore rispetto a quanto già trattenuto.

Un esempio pratico

Supponiamo di aver ricevuto 20.000 euro di TFR con una ritenuta del 23% (4.600 euro). Se, in base ai redditi dichiarati nel biennio precedente, l’aliquota effettiva risultasse pari al 27%, il Fisco richiederà il pagamento della differenza, ovvero il 4% sull’importo ricevuto (800 euro).

Non si tratta di una multa, ma della regolarizzazione dell’imposta dovuta, calcolata in base alla normativa vigente.

Chi rischia di più

Il conguaglio riguarda potenzialmente tutti, ma i soggetti più esposti sono:

  • lavoratori che hanno percepito TFR/TFS elevati;
  • contribuenti con redditi medio-alti nei due anni precedenti;
  • dipendenti pubblici, per i quali si applica lo stesso principio sul TFS.

Al contrario, chi ha ricevuto importi contenuti e ha redditi medio-bassi difficilmente riceverà richieste significative, anche perché non si procede al recupero di somme inferiori a 12 euro.

Il TFR come reddito pluriennale

Secondo l’art. 19 del TUIR, il TFR è considerato un reddito che si è formato nel tempo, e per questo motivo è soggetto a tassazione separata rispetto agli altri redditi. Questo regime mira a evitare un’eccessiva pressione fiscale su somme che, seppur percepite in un’unica soluzione, rappresentano anni di lavoro.

Cosa fare in caso di conguaglio

Chi riceve una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate relativa al conguaglio del TFR non deve allarmarsi. Si tratta di una procedura ordinaria. È importante:

  • leggere attentamente l’avviso ricevuto;
  • controllare il calcolo effettuato;
  • verificare che l’imposta richiesta sia coerente con la propria situazione reddituale.

Comprendere il meccanismo che regola la tassazione del TFR può aiutare a gestire con maggiore consapevolezza eventuali richieste da parte del Fisco, evitando sorprese e malintesi.


Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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